LETTERE
Anche quest’ anno, il Giorno del Ricordo ha avuto vasta risonanza nel Paese. Istituzioni, associazioni, singoli cittadini hanno lungamente dibattuto sul dramma dell’Esodo e delle foibe. Ora finalmente se ne parla, si dibatte, si discute in modo corretto e civile, ma nello stesso tempo debbo anche rilevare come – in modo ambiguo e strisciante – si stia portando avanti nel ricordo se non la tesi negazionista – sostenuta da alcuni personaggi – quella giustificazionista. Orbene, nessuno nega le colpe del fascismo, colpe che una guerra porta nel seno di tutti gli eserciti in lotta, però, per quanto riguarda la tragedia della Venezia Giulia, si è insistito e si sta insistendo nel marcare in modo prioritario le responsabilità italiane, attutendo le colpe di chi al fascismo si opponeva. Personaggi illustri, politici, opinionisti, hanno ribadito quanto su questa storia pesassero le responsabilità del fascismo. Capirete come i fatti così prospettati rafforzino nell’ opinione pubblica, forse inconsapevolmente, l’affermarsi della tesi giustificazionista. In breve: l’esodo dei 350.000 italiani dall’Istria, da Fiume e dalla Dalmazia e le foibe non sono da addebitarsi ai vincitori, ma solo ed esclusivamente al fascismo. Una tesi che non può essere avvalorata. Attenzione quindi a non cadere in questa trappola che si sta definendo sempre più pericolosa. La guerra – tutti lo riconosciamo – è una tragedia, ma la riconciliazione passa attraverso pari responsabilità e ammissione di colpa da parte di tutte le forze in campo senza giustificazionii o peggio negazioni.
Guido Mondolfo, Gorizia