Bruciata da ignoti vandali, nella notte tra sabato e domenica, la corona d’alloro depositata il 10 febbraio scorso accanto al cippo in pietra di via dell’Istria per commemorare gli esuli dell’Istria, di Fiume, della Dalmazia e le vittime delle foibe, in occasione dell’intitolazione della strada nella zona dell’ex ospedale. Il monumento, ancora incompleto della targa a ricordo, è formato da una pietra del Carso posizionata nell’area verde che costeggia via dell’Istria, nuova strada di collegamento fra le vie Rossini e Aquileia. L’incendio della corona deposta ai piedi del monumento potrebbe anche essere una bravata di ragazzi. Ma è assai più probabile che a innescare il vandalismo sia stata una dissonanza politica che la questione delle foibe e dell’esodo dall’Istria, purtroppo, provoca anche a distanza di anni. La stessa intitolazione della strada, peraltro, è avvenuta dopo un dibattito politico assai acceso. Non è chiaro se sul gesto sia stata ancora aperta un’inchiesta. A denunciare al nostro giornale l’incendio della corona sono stati ieri alcuni cittadini. Un atto vandalico che, comunque, è andato a colpire uno dei simboli legati alla storia locale. Sono stati numerosi gli esuli dall’Istria nel dopoguerra che hanno trovato proprio in città accoglienza, lavoro e la possibilità di ricostruire una famiglia.
Monfalcone è stata per tanti una seconda patria ed ha assunto la connotazione attuale anche grazie al contributo apportato dai numerosi esuli che si sono insediati stabilmente.