Giovedì 20 maggio alle ore 17.30 in diretta sulla pagina Facebook del gruppo “ANVGD di Milano, Per far conoscere e tramandare la storia della Venezia Giulia”
http://www.facebook.com/groups/2559430654128300
si terrà una nuova videoconferenza a cura del comitato provinciale di Milano dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia che avrà come tema:
“…..E UN GIORNO C’IMBARCAMMO”
Relatrice sarà: VIVIANA FACCHINETTI, autrice e conduttrice di programmi radiotelevisivi per la RAI e Tele4, autrice di 4 libri, ha realizzato numerosi video ed incontri culturali. Già collaboratrice del quotidiano Il Piccolo, dirige ora il mensile “L’ARENA DI POLA”, organo ufficiale del Libero Comune di Pola in Esilio.
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Il 10 febbraio 1947, con il Trattato di Pace firmato a Parigi, inizia la fase più intensa, massiccia e dolorosa del drammatico esodo della popolazione italiana dai territori assegnati alla Jugoslavia.
Un esodo che era già cominciato in silenzioso stillicidio da Fiume e dalle isole del Quarnaro ed ancor prima da Zara, devastata dai bombardamenti del 1943. Da ogni parte dell’Istria si fugge, via mare e via terra, spesso in modo fortunoso, verso Trieste e verso l’Italia.
È una tragedia che si abbatte su tutto un popolo, costretto ad abbandonare tutto quello che ha: il proprio paese, la propria casa, la propria quotidianità, con uno strappo irrecuperabile.
Si sceglie la via dell’esilio, costretti dal clima di terrore instaurato con brutalità verso quanti non accettano il nuovo regime, vittime di angherie, intimidazioni, violenze, arresti, deportazioni, uccisioni nelle foibe.
Si sceglie la via dell’esilio soprattutto per non perdere la propria identità italiana, per non vedere compromessi quei valori ideali e religiosi che danno senso e sostanza alla propria vita.
Si cerca di salvare il salvabile: povere masserizie, le cose più care di famiglia, il ricordo incancellabile dell’Arena. Sono momenti di profondo dolore, vissuti con estrema dignità.
La gran parte degli esuli saranno destinati a lunghi periodi di permanenza nei 109 campi di raccolta in Italia, e poi, per molti di essi, intraprendere la dolorosa via dell’emigrazione verso nuovi Paesi: Australia, America Latina, Canada e Stati Uniti.
Saranno giustamente definiti “Italiani emigranti due volte”: una prima volta con l’esodo dall’Istria, da Fiume, dalle isole del Quarnaro, dalla Dalmazia; una seconda con l’emigrazione, definitivamente lontani dalla terra natale e dalla Madrepatria.
Sono “Italiani emigranti due volte”, anche perché dolorosamente consapevoli che le proprie città e i propri paesi di origine restano sempre là dove li hanno lasciati, ma che le loro comunità originarie sono state irrimediabilmente sconvolte nella composizione e nelle caratteristiche umane, sociali e culturali.
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VISTE LE NUOVE DISPOSIZIONI ANTI COVID, NON È PREVISTA LA PRESENZA IN SEDE DEL RELATORE E DI EVENTUALI OSPITI.