Brescia – Dopo 65 anni la tragedia dei 12 carabinieri torturati e uccisi a Malga Bala (oggi Slovenia) esce dal dimenticatoio della storia. Al vicebrigadiere Dino Perpignano e ai suoi giovani compagni con le stellette, sorpresi da presunti partigiani slavi mentre erano di guardia a una piccola centrale elettrica – era il 25 marzo 1944 – sono state riconosciute le medaglie d'oro al valor civile come vittime di una operazione di pulizia etnica. Da Roma la notizia è rimbalzata all'Associazione Carabinieri di Brescia che con il maresciallo Arrigo Varrano, e il sostegno di 3500 firme raccolte in città, ha continuato a bussare al Quirinale e ai vari ministeri perchè venisse onorata la loro memoria. Oltre a superare alcune esitazioni in alto loco, timoroso di complicazioni diplomatiche, si sono dovute attendere le conclusioni del Tribunale militare di Padova che ha documentato gli orrori della vicenda ammettendo però, dopo tanto tempo, l' “impossibilità di assicurare alla giustizia i responsabili” della strage. Ora che l'iter burocratico si è chiuso nella storia entra di diritto un'altra pagina di quell'anno orribilis.
(a.bi.)