Buone nuove in campo finanziario per la Comunità nazionale italiana che vive in Croazia, nonostante i tagli operati da tutti i ministeri del governo di centrodestra del premier Ivo Sanader.
Ieri si è svolta la seduta del Consiglio delle minoranze nazionali della Repubblica di Croazia, (organismo di cui, tra l’altro, fanno parte i deputati minoritari), che ha visto l’approvazione del piano di finanziamento 2009 a favore dei gruppi etnici «extracroati».
Il consiglio, presieduto da Aleksandar Tolnauer, ha accettato che dal budget statale siano attinti 43,6 milioni di kune, circa 5 milioni e 870 mila euro, cifra che rappresenta il 5,14 per cento in più rispetto al 2008. Una consistente fetta, sul 21 per cento, è toccata alla minoranza italiana, che potrà contare su 8 milioni e 900 mila kune (un milione e 200 mila euro).
Si tratta di una cifra che va ben oltre quella che è la presenza degli italiani (20 mila unità) nel tessuto minoritario in Croazia, composto in totale da 450 mila persone. Ma va rilevato che gli italiani di Croazia (come quelli residenti in Slovenia) sono ottimamente strutturati e organizzati, capaci di sfornare molteplici attività, come nessuna altra minoranza presente nel Paese.
A presenziare alla riunione del consiglio è stato ieri il deputato al seggio specifico italiano al Sabor (il parlamento croato) e presidente dell’Unione italiana, Furio Radin, che non ha mancato di esprimere la propria soddisfazione per il risultato ottenuto: «Dati i tempi che tirano, credo che l’aumento generale del 5,14 per cento su base annua rappresenti un esito positivo – ha detto – la lievitazione sale invece al 5,19 per cento per la nostra comunità nazionale. In questa somma, per intenderci, non rientrano i finanziamenti per le nostre scuole, che sono molto ingenti, trattandosi di istituzioni specifiche. I dicasteri del governo Sanader, e così anche il Consiglio delle minoranze nazionali, hanno dovuto sacrificare certe spese, senza però nulla togliere ad istituzioni e associazioni. Un tanto va ascritto ai parlamentari delle minoranze, impegnatisi a fondo per evitare sforbiciate al bilancio di associazioni e istituzioni. I tagli colpiranno solo le manifestazioni culturali».
Radin ha fatto presente che gli italiani sono al secondo posto nella graduatoria delle dotazioni, guidata dai serbi, con il 26,6 per cento dei finanziamenti complessivi (circa 1,45 milioni di euro).
Insieme, italiani e serbi, assorbono quasi la metà delle dotazioni. Scendendo nello specifico, la maggior parte dei mezzi destinati alla Cni, riguarderà la Casa giornalistico–editoriale Edit di Fiume, che riceverà 6 milioni e 296 mila kune (848 mila euro). A ciò si aggiunge il milione e 300 mila kune (175 mila euro) che va all’Edit grazie al cosiddetto accordo Radin – Sanader.
All’Unione italiana andranno 993 mila kune (un milione e 335 mila euro), al centro di Ricerche storiche di Rovigno 911 mila (un milione e 223 mila) e al Dramma Italiano del Teatro Ivan Zajc di Fiume 701 mila kune (943 mila euro).
«L’aumento è gratificante – ha aggiunto Radin – ma io non sono mai completamente soddisfatto perché dell’opinione che le minoranze nazionali in Croazia non ricevano mai abbastanza. Posso dire che l’ammontare delle dotazioni è il risultato della cooperazione avviata con il presidente Tolnauer, una persona che sa fare bene i conti e li sa fare bene di concerto con i deputati delle minoranze. In futuro dovremo però formulare un registro delle associazioni minoritarie, per impedire che organizzazioni praticamente inesistenti si facciano avanti, intascando mezzi erogati dallo Stato».
(fonte Andrea Marsanich su Il Piccolo del 7 marzo)