TRIESTE. Nino Benvenuti ha accolto con immenso piacere l’invito rivoltogli dal suo amico Claudio Romano di visitare la nuova palestra del Cral Autorità portuale, dove, da più di venti anni, svolge l’attività di direttore sportivo della Boxe Porto di Trieste. Accolto dal presidente della pugilistica Bruno Vizzaccaro, dal vice Bizjak e dall’insegnante Degrassi, Benvenuti ha rivolto parole di elogio per la bella e moderna struttura sportiva, evidenziando gli emozionanti ricordi di 50 anni fa, quando Nino e Claudio, ambedue ventenni, frequentavano assieme la palestra di via S. Nicolò. A distanza di tanto tempo non è cambiato nulla nell’entusiasmo e dell’amore per il pugilato (anche se i dati anagrafici hanno fatto il naturale corso…) tanto da non riuscire a trattenere la voglia, da parte di Benvenuti, di indossare per alcuni momenti nuovamente i guantoni, per la gioia di tutti i presenti. La parola riconciliazione è come la parola libertà, tutti intendono a interpretarle nel modo che più gli aggrada senza fare una profonda e doverosa riflessione sui contenuti.
Sarebbe anche utile una altrettanto profonda analisi dei nostri sentimenti, prima di prendere posizione su questi temi sempre così delicati e facili alla manomissione per usi impropri, nel senso che l’uso che ne facciamo è spesso collegato a nostri stati emotivi, di fede, politici, revanscistici che sono da sempre ospitati nel profondo dell’Umano, come ben descritto dal vecchio Freud nello studio della psicologia delle masse, e tutti contrari al vero spirito cristiano, dove la parola riconciliazione è significato di profondo sentimento e impegno.
Ma è anche vero che uno degli «sport» preferiti dagli umani è senz’altro quello della distribuzione di etichette, sulle quali, a nostro piacimento, ma più spesso per puro interesse, anche di genere non specificato palesemente, indichiamo i vari colpevoli del momento storico e non, talvolta una razza, altre volte un’idea, una religione, un colore di pelle oppure semplicemente quelli del paese più in là: fondamentale è trovare un nemico, il gioco è fatto e allora giù insulti, richieste di scuse, mozioni, interrogazioni parlamentari, c’est la vie?
Un meccanismo diabolico, al quale soltanto le persone più evolute riescono a porre una serie di freni atti ad impedire il dilagare di questo tsunami, quindi una minoranza, della quale in tutta franchezza mi piacerebbe fare parte.
Inevitabile che queste «legittime» ragioni provochino una serie di azioni e reazioni che se non controllate si perpetuano all’infinito provocando la inconciliabilità.
La mia è soltanto una analisi, come ben si vede, ma potrebbe anche portare a qualche riflessione… io ci provo, l’hanno fatto in tanti e un granello di più non può che giovare e, come diceva Bonnard, è vero che «i veri amici, sono i solitari insieme».
Un buon investimento in tal senso, a mio parere, sarebbe quello di iniziare a vivere il presente assumendo piena coscienza che, dopo lo tsunami, si dia inizio al costruire,volgendo il nostro sguardo al futuro prossimo, che se governato da rancori del passato e recriminazioni nel presente ben pochi spazi lascerà ad una vera riconciliazione.
Stelio Cerneca