Spesso un testo non ha significato, senza un’adeguata cornice interpretativa. Questo indubbiamente a lungo è stato il caso della Divina Commedia, i cui “Commenti” rivestono un’importanza considerevole, senza le quali la lettura dei canti dell’altissimo poeta perderebbe molto della sua efficacia. E proprio dei commenti alla Divina Commedia l’Istria può vantare due degli esemplari più antichi, i cosiddetti “codici danteschi” formulati da quel Benvenuto da Imola lodato da Francesco Petrarca e trascritti a Isola d’Istria dal notaio Pietro Campenni di Tropea. Il veneziano Campenni, verso la fine del ‘300, era cancelliere presso il Podestà d’Isola. Nell’occasione trascrisse i due codici, rispettivamente nel 1395 e nel 1398-99. Un capolavoro non solo letterario, quanto artistico: un esempio di lascito medievale che coniuga Dante e l’Istria, la Divina Commedia e la sua diffusione nel tardo medioevo.
Oggigiorno uno dei codici è a Parigi, ma un altro a Venezia: recuperato negli anni Trenta grazie all’impegno del senatore istriano Francesco Salata, che “incoraggiò” Mussolini a sottrarlo dall’oblio in cui versava oltremare negli Stati Uniti.
Sui codici danteschi d’Isola, ma in generale anche sulla presenza e i legami – storici, letterari, ideologici, antropologici – che connettono Dante all’Istria si disquisirà a Isola d’Istria nel corso di una tavola rotonda, intitolata “Presentazione del patrimonio culturale scritto e visivo dell’Isola medievale”, a cui parteciperanno personalità accademiche e autorità come Silvester Gaberšček, responsabile della Direzione per i Beni culturale del Ministero per la Cultura della Repubblica di Slovenia, Valentina Petaros, Presidente del Comitato di Capodistria della Società Dante Alighieri, e Suzy Marcon, della Biblioteca Marciana di Venezia. Tra queste segnaliamo la presenza, per i lettori triestini e muggesani, anche di Franco Stener, dell’AS Fameia Muiesana, con un intervento dal titolo “La supposta presenza di Dante Alighieri lungo le sponde orientali dell’Alto Adriatico”.
In quest’occasione verrà anche inaugurata l’installazione multimediale “Dante Copiosus“, volta a celebrare il ruolo di Isola d’Istria quale centro medievale dedito alla rara e importante attività di trascrizione di manoscritti, profondamente inserita in quelli che un tempo erano i più “sofisticati” circuiti intellettuali e circoli culturali dello scenario mediterraneo ed europeo.
Basti pensare che il primo libro glagolitico (cioè con alfabeto slavo) sia stato inviato in stampa nel 1480 proprio da Isola, dove in precedenza era stato trascritto.
Da TriesteAllNews del 27/06/21