L’impresa di Gabriele d’Annunzio a Fiume (12 settembre 1919 – Natale di Sangue 1920) andò ben presto al di là della rivendicazione nazionalista spalleggiata da ambienti militari finalizzata all’annessione del capoluogo del Carnaro al Regno d’Italia, come auspicato dal deputato fiumano Andrea Ossoinack al Parlamento di Budapest pochi giorni prima che il Consiglio Nazionale Italiano dichiarasse il 30 ottobre 1918 la volontà di aggregare il porto adriatico all’Italia.
Ben presto la “Città di vita” attirò intellettuali e militanti politici provenienti non solo dall’Italia, ma anche dal resto dell’Europa e del mondo: l’accademico giapponese Harukichi Shimoi fu uno di questi.
Appassionato di storia e cultura italiana (con particolare riferimento a Dante Alighieri), Shimoi fu inviato di guerra sul fronte italo-austriaco, conobbe il Vate durante la Prima Guerra Mondiale e fece poi parte della variegata corte dannunziana in quel di Fiume.