di MAURO MANZIN
TRIESTE Non solo Serbia. L’Italia, grande sponsor di Belgrado per l’ingresso nell’Ue, srotola tappeti persiani anche per il piccolo Montenegro. Il fine: lo stesso. Ingresso nell’Unione europea e nella Nato. Il messaggio è stato ribadito chiaramente ieri dal premier Silvio Berlusconi che ha incontrato a Podgorica sia il primo ministro, Milo Djukanovic che il capo dello Stato, Filip Vujanovic. È questa, in estrema sintesi, la politica di Roma nei confronti dei Balcani occidentali.
Ma la visita di Berlusconi non è passato senza polemiche in Montenegro. Il Movimento per i cambiamenti, partito d'opposizione montenegrino, ha espresso, infatti, rammarico per «la decisione del premier italiano di respingere l'invito – nel corso della sua visita a Podgorica – ad un incontro in Parlamento con i rappresentanti degli altri schieramenti politici». Il Movimento per il cambiamento (Pzp) è «deluso per questa decisione», spiega Neboja Medojevic, presidente del Pzp, sottolineando che Berlusconi «appoggerebbe così, nella campagna per le prossime elezioni in programma il 29 marzo prossimo, il partito democratico socialista (Dps), guidato dall'attuale premier Milo Djukanovic, che è stato indagato in Italia per associazione mafiosa e contrabbando». Una «decisione che – aggiunge – rappresenta un segnale sbagliato per i giovani del Montenegro e dei Balcani occidentali che non si devono occupare di contrabbando ma aderire agli standard europei».
Ma il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi non si è scomposto, anzi si è detto certo che in Montenegro vi sia «spazio» per un «aumento» degli investimenti delle aziende italiane perchè si tratta di un «paese che ha molte possibilità di sviluppo» visto il suo percorso verso l'Ue e la Nato. Al premier montenegrino Milo Djukanovic, ha spiegato Berlusconi in una conferenza stampa congiunta a Podgorica, «ho garantito che le nostre aziende più importanti saranno presenti nelle prossime gare d'appalto soprattutto nei settori dell'energia e dei trasporti». «Dal primo ministro» ha continuato Berlusconi, «è stato detto chiaramente che gli investimenti italiani qui sono assolutamente benvenuti».
Berlusconi ha poi spiegato che l'interscambio commerciale tra Roma e Podgorica è cresciuto nell'ultimo anno del 65%, ma che purtroppo l'Italia, pur essendo il secondo partner commerciale, non compare nella lista dei primi dieci paesi investitori in Montenegro. Il premier ha detto di ritenere che per gli investimenti nel settore idroelettrico e delle infrastrutture in Montenegro «siano maggiormente interessati i grandi gruppi italiani» e che «il governo starà loro vicino per sostenerli» nelle stipule dei contratti.
Dal canto suo Djukanovic, auspicando che la visita di Berlusconi a Podgorica contribuisca a dare un «ulteriore sviluppo» nelle relazioni fra Italia e Montenegro. In particolare, il premier montenegrino ha spiegato che si sta discutendo di una collaborazione italiana in tre progetti: la ricostruzione della linea ferroviaria montenegrina, l'aumento del capitale e la parziale privatizzazione dell'ente energetico e la costruzione del cavo sottomarino che collegherà l'Italia al Montenegro.