«La comunità slovena ha sbagliato in tutti questi anni a ignorare la tragedia degli esuli giuliano-dalmati. Ora è venuto il momento di cominciare un nuovo percorso». L’ha detto Livio Semolic, presidente dell’Unione economico-culturale slovena di Gorizia (Skgz), incontrando in un incontro pubblico al Kb Center Rodolfo Ziberna, numero uno della Lega nazionale e dell’ANVGD goriziana, la sigla che riunisce gli esuli giuliano-dalmati. Parole che possono essere definite senza ombra di dubbio storiche quelle di Semolic, alle quali hanno fatto eco quelle pronunciate da Ziberna. «Per tanto tempo abbiamo pensato solo a rilevare le colpe degli altri. Oggi, però, è giunta l’ora di invertire la rotta. E credo che per farlo si potrebbe organizzare un’iniziativa culturale insieme, anche oltreconfine».
Dopo aver fatto trascorrere decenni interi senza interloquire in alcun modo e dopo aver lasciato passare una stagione – più recente – nel corso della quale si erano completamente ignorati, sloveni goriziani ed esuli hanno concretamente imboccato una strada nuova. Questa volta assieme. L’incontro di mercoledì sera a dire il vero non nasce per caso. I contatti tra Semolic e Ziberna sono iniziati diverse settimane fa. I due si sono visti, hanno parlato, hanno ragionato. Quindi, il faccia a faccia.
Ma come è stato possibile superare le incomprensioni di questi decenni? «Il ruolo delle nostre associazioni – ha evidenziato Ziberna – è cambiato. Non ci sentiamo più stranieri in città, come invece potevano sentirsi gli esuli che sono giunti a Gorizia negli anni ’50». Considerazioni che, in parte, valgono anche per Semolic. «Qui a Gorizia, o per le colpe degli uni o per quelle degli altri, praticamente ogni famiglia ha vissuto una tragedia. Continuare a parlare per categorie, dunque, sarebbe un errore. Un errore che fino in tempi recenti è stato commesso ma che non si può continuare a ripetere». Anche per questa ragione Semolic ha poi annunciato che «la comunità slovena di Gorizia, forte delle sue ottime relazioni con le istituzioni slovene, è pronta a farsi da tramite tra gli esuli e Lubiana per raccogliere informazioni e dati relativi alla tragedia delle foibe, ad esempio in relazione ai luoghi dove giacciono i corpi».
È nell’interesse della comunità slovena, ha proseguito, «ricoprire un ruolo di questo genere». Sia Ziberna che Semolic, quindi, hanno rilevato di come «Gorizia sia più avanti su questi temi rispetto a Trieste, dove certi avvicinamenti risultano ancora difficili». I veri precursori di questo complesso dialogo, comunque, furono Rudi Pavsic, presente all’incontro dell’altra sera, e Maurizio Tremul quando, nei rispettivi panni di presidente della comunità slovena in Italia e presidente della comunità italiana in Slovenia, iniziarono a mettersi alle spalle un passato molto difficile. «Le nuove generazioni daranno un contributo importantissimo sotto questo profilo – ha fatto notare l’ex sindaco, ed ex presidente dell’Anvgd, Gaetano Valenti, intervenendo al dibattito -. Anche perché l’associazionismo e più in generale la cosiddetta società civile sono tradizionalmente più avanti rispetto alla politica».
(Nicola Comelli su Il Piccolo del 27 marzo 2009)
(Rodolfo Ziberna, presidente del Comitato ANVGD di Gorizia e componente dell'Esecutivo nazionale dell'Associazione)