FIUME Un’area praticamente tranquilla, senza infrazioni di rilievo e costantemente monitorata dalle forze marittime e aeree della Repubblica di Croazia. La Zona ecologico-ittica in Adriatico (Zerp), che si estende su una superficie di 23.870 chilometri quadrati, ha visto la Guardia costiera croata controllare mezzo migliaio di natanti nei primi nove mesi dell’anno scorso. È quanto comunicato giorni fa dal ministero della Difesa di Zagabria, che gestisce il servizio guardiacostiero, istituito poco meno di un anno fa. Dai dati diffusi dal dicastero, si apprende che i controlli hanno riguardato esclusivamente le navi battenti bandiera italiana o croata, benché le regole della Zerp non riguardino i due Paesi. Infatti, l’Italia è membro dell’Unione europea e nei confronti degli Stati comunitari l’applicazione della Zerp è stata rinviata a data da destinarsi, dopo che Bruxelles aveva fatto forti pressioni sulla Croazia, invitandola a «congelare» la Zona per non vedersi bruscamente interrotto il suo cammino verso l’ Europa dei Ventisette. Per non discriminare i pescatori dalmati, istriani e quarnerini, l’entrata in vigore della Zerp è stata rinviata sine die pure per i natanti croati. Visto che durante i pattugliamenti l’attenzione è stata puntata solo sulle imbarcazioni croate e della dirimpettaia Italia, non deve stupire che al dicastero della Difesa non abbiano dati precisi riguardanti le unità di altri Paesi. «Ci sono stati casi sporadici di violazione della legge sulla Zerp da parte di navi straniere – così nel rapporto del ministero – ma sono avvenuti prima che entrassero in funzione i mezzi della Guardia costiera». A perlustrare i quasi 24 mila kmq vi sono 4 motovedette, una nave scuola, una per operazioni di soccorso due velivoli PC-9 Pilatus e quattro elicotteri. È stato confermato che le forze marittime hanno controllato 271 imbarcazioni, fra le quali 184 pescherecci italiani e 87 croati. Aerei ed elicotteri hanno controllato invece 220 natanti, tra cui 182 pescherecci croati e 38 italiani. «I dati del dicastero della Difesa non ci stupiscono affatto – questo il commento del presidente del Sindacato dei pescatori croati, Petar Baranovic – sapevamo da decenni che i colleghi italiani entrano nelle acque della Zona in regime di tutela ecologica ed ittica. Sono numerosissimi. Secondo noi, nelle acque della Zerp il 95 per cento dei pescherecci proviene dai porti italiani e solo il 5 per cento da quelli delle nostre coste. Pescatori di altri Stati? Negli ultimi tempi, nessuno dei miei colleghi connazionali ha avuto simili incontri. Anni fa si registrò l’arrivo nel mare Adriatico di pescherecci d’ altura coreani, specializzati nella cattura dei tonni. Poi più niente».
Secondo Baranovic, la Guardia costiera croata sta sprecando energie e denaro nei pattugliamenti della Zerp. «La stragrande maggioranza dei pescherecci presenti in quel braccio di mare arriva dall’Italia e contro di essi non si può adottare alcun provvedimento, a meno che non sconfinino nelle acque territoriali croate – conclude Baranovic – l’ opinione mia e dei miei colleghi è che i mezzi della Guardia costiera riducano i loro controlli, risparmiando così un bel po’ di carburante».
Andrea Marsanich