da Il Piccolo dell'8 aprile 2009
Il dibattito tra Toth e Budin ha lasciato una buona impressione a Raul Pupo, docente di storia, autore di numerose pubblicazioni sul Novecento nella Venezia Giulia e componente della commissione mista di storici italo-sloveni.
Professor Pupo, il dibattito è stato di buona qualità?
Una manifestazione riuscita. Perché entrambe le parti hanno dimostrato di voler guardare avanti in concordia e senza recriminazioni. Non ho sentito parlare di memorie condivise e già questo è un fatto estremamente positivo.
Ma non è un processo che non coinvolge i settori più estremi degli esuli e della minoranza slovena?
Ma appartiene ormai alla maggioranza della popolazione. Alcune frange rimangono all’infuori proprio perché questo permette loro di avere maggiore visibilità. In alcuni casi ci sono tragedie personali o convinzioni da rispettare, ma comunque a questi gruppi conviene che non si arrivi mai alla collaborazione.
I risultati della commissione mista italo-slovena sono stati pubblicizzati a sufficienza?
Sono patrimonio di tutti gli ambienti interessati, ma hanno anche raggiunto la popolazione. Bisogna però rendersi conto che non deve esistere una verita di Stato.
E le tragedie della Venezia Giulia sono entrate nei libri di storia?
Nei libri sì, ma ora bisogna dare ai docenti gli strumenti per trasmettere il loro insegnamenti. L’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e l’Istituto per la storia del movimento di Liberazione con sensibilità diverse stanno svolgendo egregiamente questo ruolo. E poi c’è un vero boom di visite nei siti storici. Anche questo fa della storia una disciplina alla moda.
(s.m.)