Quando nel nostro Comitato di Milano, per allargare l’ambito delle nostre conferenze ed includere argomenti che finora non avevamo ancora trattato, abbiamo chiesto alla Prof.ssa Chiara Vigini di tenere una conferenza su un tema che lei considerava di interesse per noi, dopo qualche attimo di esitazione da parte sua ci ha comunicato la sua proposta, di parlare di Stelio Spadaro. Tanto è stato l’entusiasmo nel formulare questo tema, che ci siamo resi conto che l’argomento doveva essere uno di quelli di grande interesse, convinzione che si è consolidata nei colloqui che abbiamo intrattenuto con possibili altri correlatori, per i quali ricordare Stelio Spadaro incontrava la più grande disponibilità e la più grande apertura.
Noi, mia moglie Anna Maria Crasti ed io, “fuorusciti da Trieste” negli anni ’70, non avevamo molte notizie su questo uomo politico, la conoscenza si riduceva a quella di un nome, associato a un ricordo che nella memoria risultava positivo. Impressione confermata in tutti i colloqui successivi con i nostri interlocutori, che ci hanno convinto che il tema risultava gradito oltre che estremamente attuale.
Così siamo partiti e, a evento ultimato, la soddisfazione è stata grande.
Che cosa abbiamo appreso? Chi è stato dunque Stelio Spadaro?
Innanzitutto: un esponente del Partito Comunista Italiano triestino che si è battuto perchè la storia del Confine Orientale entrasse a far parte della storia nazionale, dopo gli anni del suo occultamento, e che costituisse materia di riflessione e di maturazione culturale per tutti gli Italiani. Con tutta la sua lucidità intellettuale si è battuto con coraggio e determinazione perchè i sacrifici a cui sono stati sottoposti gli esuli fossero riconosciuti dalla classe politica dominante e riproposti all’opinione pubblica.
Il primo relatore, Guido Brazzoduro, ha ricordato, quando era alla guida di FederEsuli, l’aiuto dato da Spadaro come interlocutore politico illuminato della sinistra a Trieste ed in Regione nel discutere sugli avvenimenti riportando a galla la verità storica derivante dalle testimonianze degli esuli. Ha anche citato il suo impegno nel discutere con le controparti slovene e croate gli avvenimenti passati, cercando di arrivare a delle posizioni che potessero essere condivise.
Gli altri relatori, l’On. Piero Fassino ed il Prof. Paolo Segatti, hanno messo in luce la sua capacità di mediare fra le diverse ed a volte opposte opinioni, appianare i contrasti, ricavare da tutti la positività di una proposta.
Ha intessuto le relazioni con i “Rimasti”, in un periodo in cui c’era, soprattutto a Trieste, una netta chiusura nei loro confronti, motivata da posizioni ideologiche ormai superate coi tempi che mutavano.
Spadaro ha guidato la politica estera nazionale verso un’apertura al mondo dell’“Oltre Adriatico”, i cui frutti si vedono oggi, riflessi nelle opinioni dei più illuminati esponenti delle autorità locali.
L’intervento del Prof. Lorenzo Nuovo, con un curriculum di storico dell’arte, ha messo in evidenza alcune contraddizioni della cultura triestina, che l’insegnamento di un maestro come Stelio Spadaro riusciva a mettere in evidenza, soprattutto con il suo grande trasporto verso il mondo giovani, ai quali rivolgeva particolare attenzione.
Non tutti potranno approvare il suo sostegno dato alle decisioni di Osimo, ma ciascuno, nell’onestà della propria coscienza, ha la facoltà di giudicare i fatti secondo il giudizio maturato dalla sua storia personale.
Claudio Fragiacomo
Fonti: Como Live, Resegone Online, Valtellina News, Varese in Luce.