La sorpresa è stata uno dei caratteri di questo nostro incontro dedicato a Tartini, che in realtà ha spaziato dalla storia “mitteleuropea” della fine 1600 (Pace di Carlowitz), alle condizioni dell’Istria all’inizio del 1700, al fiorire di iniziative culturali originatesi a Capodistria, con figure come Gian Rinaldo Carli e Giuseppe Tartini, che hanno interagito con i maggiori letterati del ‘700 dell’Italia illuministica.
Lo storico Kristjan Knez, presidente della Società Studi Storici e Geografici di Pirano e direttore del Centro Carlo Combi di Capodistria, ha messo in evidenza il forte legame che Gian Rinaldo Carli ha avuto con la Milano di Maria Teresa e, sia Carli che Tartini, con Padova, culla di erudizione attraverso la sua università. Un’erudizione che valicava il confine della penisola, diffondendosi in territorio europeo, un’erudizione che formava letterati-scienziati da un sapere vastissimo. Di Tartini Kristjan Knez ha messo in evidenza l’attenzione che gli ha dedicato la comunità di Pirano, con una programmazione di 60 eventi, i quali, per la pandemia, si sono svolti solo in parte, salvando alcuni rimarchevoli eventi musicali estivi che si sono potuti svolgere dal vivo.
L’altra sorpresa è stata l’esposizione del Maestro Sergio Balestracci, figura eminente di letterato, concertista, musicologo, corista e maestro del coro, insegnante; ricercatore e cultore della musica rinascimentale e barocca in Italia ed Europa.
C’era un motivo, per cui Balestracci si rivolgeva ad un’associazione quale l’ANVGD per parlare di Tartini, motivo derivante dalla sua vita, dal periodo che il padre passò, prima della nascita del Maestro, come bersagliere a Pola.
Prima di svelare questo piccolo segreto della sua vita, Sergio Balestracci ha parlato del fenomeno Tartini musicista fertilissimo, con una vastissima produzione di sonate e concerti per violino. La sua produzione è ancora in fase di riordino, nella ricerca di una cronologia attendibile. Tartini studiò musica a Pirano, dove suo padre, noto mercante di Siena, si era trasferito ed aveva avuto modo di farsi notare e assurgere a una posizione sociale notevole, diventando un eminente personaggio nel mercato del sale. Studiò musica quasi da autodidatta e, alla morte del padre, si sposò a Padova, dove, protetto ed appoggiato dal vescovo, aveva iniziato la sua carriera di violinista virtuoso e musicista.
La musica di Tartini non viene eseguita spesso, certamente meno di Vivaldi e di Corelli, quest’ultimo considerato il capostipite della corrente musicale chiamata impropriamente barocca e padre di tutti i violinisti settecenteschi. A differenza di Vivaldi, Tartini non compose opere teatrali, in quanto, secondo il suo giudizio, chi si dedicava ad ambedue i generi musicali non poteva eccellere in nessuno dei due.
Da alcuni critici la sua musica è considerata essere molto incline al virtuosismo e poco all’espressività, alla manifestazione dei sentimenti. Nella sua trattazione teorica musicale, invece, molto vasta e molto documentata, Tartini sembra proclamare il principio contrario: ancora oggi i critici non hanno espresso un giudizio concorde.
Tartini è anche noto per la scoperta del terzo suono, un suono armonico che si può ascoltare eseguendo un intervallo con uno strumento (anche con un flauto). Anche su questo fenomeno non vi è concordanza di opinioni fra gli studiosi, comunque il terzo suono è stato usato per l’accordatura dei violini e degli organi.
Tartini ha goduto di grande fama in Europa, Francia, Inghilterra e Germania.
Concludendo la sua dotta dissertazione sul musicista piranese, il maestro Balestracci ha accennato al motivo che lo portava a rivolgere uno sguardo particolare all’Istria. Il papà, a cui si sentiva particolarmente legato, aveva prestato servizio militare negli anni ’30 a Pola, come bersagliere. Ritornato in Italia, il padre aveva spesso parlato di questo suo periodo di vita, in maniera dettagliata e con grande amore. Il figlio ha assorbito questo forte sentimento del padre, l’ha fatto suo, e, con rincrescimento, non è riuscito a realizzare il grande desiderio del genitore di un viaggio “della nostalgia” a Pola. Ma il tarlo della nostalgia continuava a roderlo, per cui il Maestro Balestracci si recò a Pola alla ricerca dei luoghi frequentati da suo padre. Contemporaneamente si dedicò allo studio della storia dell’Istria e, venuto a conoscenza della strage di Vergarolla, compose un “lamento corale” in quattro parti, eseguito per la prima volta nella basilica di Aquileia.
Il grande sogno del Maestro è che la rappresentazione di quest’opera possa avvenire in un futuro non troppo lontano, a Pola.
Come si evince, la sorpresa in questa conferenza è stata grande, grande la mole degli argomenti trattati, grande la passione con la quale i relatori hanno esposto tesi ed esperienze di vita.
Claudio Fragiacomo