In occasione del 96.esimo anniversario della morte dell’illustre Giuseppina Martinuzzi (1844 – 1925), ricorso il 25 novembre, nei giorni scorsi, al cimitero albonese, dove la “maestra dei poveri” fu sepolta, si è tenuta la tradizionale cerimonia organizzata dalla Comunità degli Italiani di Albona, che porta il nome della grande letterata, e dalla di Albona.
A parteciparvi sono stati il sindaco di Albona Valter Glavičić, la presidente della CI albonese Daniela Mohorović, il presidente della Giunta esecutiva del sodalizio albonese Tullio Vorano, l’attivista della CI Marija Vorano e la curatrice del Museo popolare albonese Olja Višković. Nell’occasione è stato ricordato che la Martinuzzi, conosciuta anche come la prima socialista in Istria e nota pure per la sua lotta per i diritti dei meno abbienti, per l’uguaglianza tra popoli e per quella tra uomini e donne, nacque il 14 febbraio 1844 in una famiglia benestante di Albona, dai genitori Antonia Lius e Giovanni Pietro Martinuzzi. “Nella sua agiata famiglia, Giuseppina avrebbe potuto vivere senza troppe preoccupazioni. Invece, volle rendersi indipendente scegliendo la strada dell’insegnamento”, ha scritto Giacomo Scotti in uno dei suoi volumi dedicati alla Martinuzzi. Dopo aver conseguito le necessarie licenze, lavorò come insegnante nelle scuole elementari di diverse realtà della penisola istriana, come pure a Trieste, “sempre fra i poveri, nei ghetti proletari”, sottolinea Scotti. Scrisse il “Manuale mnemonico”. Contenente 29 tavole sinottiche, è un’opera con cui Giuseppina volle facilitare l’apprendimento agli studenti. “Le tavole erano state da lei compilate 13 anni prima, allorché preparava l’esame di magistero, e ora, convinta della loro utilità dopo una pluriennale applicazione, le dava alle stampe. La materia vi era sistematicamente divisa fino ai minimi particolari e il grado di visualità era oltremodo elevato, elemento questo essenziale. Bastava infatti gettare un solo sguardo su una singola tavola per ricordarsi di tutta la materia, benché sulla tavola figurasse una sua succinta suddivisione”, si legge in un volume di Tullio Vorano.
Giuseppina collaborò con molte testate giornalistiche, fondò e diresse la rivista “Pro Patria”, e dopo aver dovuto rinunciare a questa a causa della censura austriaca, il giornale “Pro Patria Nostra”. Come la sua migliore opera di carattere sociale viene citato il poema “L’ingiustizia” del 1907. Trascorse gli ultimi giorni della sua vita ad Albona. Si spense nella notte del 25 novembre 1925.
Fonte: La Voce del Popolo – 27/11/2021