Nei giorni scorsi l’Unione degli Istriani ha indetto una delle sue consuete conferenze stampa, stavolta per commentare la livorosa lettera di un’associazione antifascista slovena, collegata ai noti fatti di Corgnale. Ma livore chiama livore e così il discorso è caduto sull’incontro pubblico Toth-Budin avvenuto a Trieste, tant’è che “Franco Biloslavo, Segretario della Comunità di Piemonte d’Istria aderente all’Associazione delle Comunità Istriane, relaziona al pubblico sulla inconcludente, infondata e poco rappresentativa –per gli esuli- conferenza pubblica cui aveva preso parte, due giorni prima, il Presidente dell’A.N.V.G.D. Lucio Toth”.
Ma non basta, perché l’argomento, pur abbondantemente fuori dal seminato, è assai interessante e infatti viene registrato “L’acceso intervento finale dell’Ing. Francesco Zuliani, Presidente della Famia Ruvignisa aderente all’Unione degli Istriani e già per lunghi anni consigliere nazionale dell’A.N.V.G.D.. Zuliani si è soffermato a lungo sulla scarsissima rappresentatività di Lucio Toth quale esponente del mondo dell’esodo istriano”.
Perché tanto livore nei confronti del nostro Presidente Toth? Può forse suscitare invidia il successo dell'incontro Toth-Budin che ha richiamato tutte le istituzioni locali e l'apprezzamento di Frattini? O si tratta del fatto che l'ANVGD ha 52 rappresentanze provinciali e la sua attività spazia in 16 regioni italiane, mentre altri si limitano solo a qualche iniziativa locale? O forse appare strano che la nostra Associazione rappresenti sia istriani, che fiumani e dalmati? O a qualcuno scotta ancora di rappresentare solo una minoranza all'interno della propria associazione? O magari c'è chi non ha ancora digerito la l'elezione della nuova presidenza dell'IRCI? O è difficile prendere atto come i propri candidati tornino regolarmente a casa, mentre quelli degli altri vengono eletti nelle istituzioni locali?
Andiamoci piano, quindi, a parlare di rappresentatività, soprattutto se tali contestazioni vengono da personaggi la cui rappresentatività andrebbe davvero approfondita, non senza sorprese.
E tutto questo chiarendo in maniera definitiva che nell'incontro di Trieste il Presidente Toth non si è arrogato il diritto di rappresentare niente altro che le proprie idee.
Ci scrive un nostro associato: “Noi rappresentiamo oltre che i nostri iscritti, l'animo più vero e profondo della nostra gente, un grande amore per l'Italia e per la democrazia e una fiducia per il futuro di queste terre di confine senza rinunciare alla nostra storia, ai nostri ricordi e alle nostre giuste richieste. Ognuno è libero di professare le proprie idee, e lo siamo anche noi”. E il suo intervento si chiude con le scuse per lo “sfogo”. E proprio in queste scuse sta l’antidoto al livore. Chi ne è immune avrà sempre un futuro; gli altri hanno solo un presente.