I parenti dei defunti italiani sepolti nei cimiteri della costa adriatica orientale, dall’Istria all’estrema parte meridionale della Dalmazia, saranno agevolati nella manutenzione delle tombe di famiglia e, forse, potranno beneficiare di un contributo economico da parte dello Stato italiano. È questo l’annuncio più importante fatto ieri dal presidente della Federazione delle Associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati, Renzo Codarin, alla vigilia dell’apertura del tavolo governativo prevista per martedì prossimo a palazzo Chigi, nel corso di quale si chiederà di finanziare la manutenzione delle tombe. In tale occasione, il senatore Alfredo Mantica, sottosegretario agli Esteri, che presiederà la riunione, discuterà con i rappresentanti degli esuli, del problema delle tombe e di altri temi cari alla Federazione. «È prossima al rifinanziamento la legge a favore delle attività culturali svolte dalle nostre associazioni – ha spiegato Codarin – e parleremo ancora della restituzione dei beni abbandonati e delle ipotesi di indennizzo. Infine – ha concluso – proporremo di dare definitiva sistemazione, all’interno del Civico Museo della cultura istriana, fiumana e dalmata di Trieste, recentemente inaugurato, delle opere d’arte provenienti dall’Istria e attualmente sistemate nelle gallerie del Civico Museo Sartorio».
Alla soddisfazione per i risultati ottenuti espressa da Codarin, si è aggiunta quella di Lorenzo Rovis, presidente dell’Associazione delle Comunità istriane: «L’attenzione alle sepolture – ha sottolineato – rappresenta un aspetto importante dell’identità di un popolo. Lungo la costa adriatica orientale – ha proseguito – ci sono tombe monumentali e classiche civili, entrambe molto importanti». Renzo de’ Vidovich, componente del direttivo della Federazione degli esuli, ha ricordato che «nel tempo, il legame con i propri defunti tende fatalmente ad allentarsi, perché le generazioni si susseguono – ha affermato – per questo è di grande rilievo la cura delle tombe». De’ Vidovich ha invitato gli interessati a consultare il sito www.dalmaziaeu.it. (u.s.)
