Da Pirano a Fossoli, storie dell’Esodo

Dopo la riuscitissima mostra fotografica “Italiani d’Istria. Chi partì e chi rimase – Storie orali e ritratti fotografici fra Pirano e Fossoli”, allestita nel settembre del 2018 a Firenze e in seguito anche a Padova e a Pirano, Lucia Castelli ripropone il suo progetto anche a Bologna. Il volume, uscito per i tipi della Casa editrice Sometti, di Mantova, è stato riproposto al pubblico di recente dal Comitato provinciale di Bologna dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, nell’ambito del progetto “Toscana: il piroscafo della fine e dell’inizio”, viaggio virtuale della memoria”, cofinanziato dall’Assemblea legislativa della Regione Emilia Romagna nell’ambito dell’Avviso “Viaggi della memoria” VIII edizione.

Nel progetto dell’autrice l’esodo giuliano-dalmata viene raccontato dalla viva voce dei protagonisti, italiani esuli che lasciarono l’Istria per approdare al Villaggio San Marco di Fossoli – in quello che era stato un campo di prigionia nazifascista – e italiani che invece decisero di rimanere nell’ex Jugoslavia. Il progetto artistico dell’autrice gioca sul ricordo e sull’attualità, avvalendosi di immagini d’epoca del campo e di scorci contemporanei. I ritratti fotografici dei personaggi e le testimonianze tratte dalla loro viva voce compongono il singolare affresco di una comunità diffusa che, raccontando il passato, s’interroga anche sul presente, con compostezza e grande dignità.Figlia di esuli istriani, nata nel campo profughi di Fossoli nel 1956 da genitori che lasciarono Sicciole un anno prima, Lucia Castelli, che oggi vive a Modena, ha sentito la necessità di parlare e raccontare della sua storia e delle proprie origini istriane. Un silenzio rotto prima con la fotografia, sua grande passione e successivamente con una ricerca etnoantropologica raccolta in questo volume che riporta i ritratti e le interviste di una cinquantina di persone. Già nel 2013 l’autrice modenese aveva realizzato una prima ricerca fotografica volta ad esplorare e ad approfondire le proprie origini istriane, concretizzatasi in “Villaggio San Marco-Fossoli-Carpi”, mostra che fu esposta alla galleria Photogallery di Modena. Determinata ad approfondire ulteriormente e in maniera più sistematica quelle vicende storiche, a partire dal 2014 Lucia Castelli ha rintracciato, intervistato e ritratto oltre 50 italiani d’Istria. Molti di loro lasciarono le terre d’origine e oggi vivono in Italia, sparsi tra Bologna, Firenze, Modena, Portogruaro, Trieste e diverse altre località; altri decisero, invece, di rimanere nell’ex Jugoslavia e oggi risiedono a Parezzago, Pirano, Portorose, Sicciole. Nel compiere la propria ricerca la Castelli si è avvalsa della consulenza scientifica del Centro etnografico del Comune di Ferrara, istituzione che dal 1972 si occupa di ricerca etnoantropologica, raccolta di fonti orali, promozione di cultura di base e fotografia, che le ha fornito gli strumenti metodologici necessari.

La mostra si presenta suddivisa in tre sezioni. In “Ritorno a Fossoli” i testimoni tornano, a distanza di oltre quarant’anni, all’interno del villaggio in cui vissero, mostrando vecchie fotografie di famiglia e posando nel luogo in cui furono realizzate. Questa serie di ritratti ambientati è caratterizzata dall’uso del colore e da riprese con luce naturale, a differenza delle due successive in cui i ritratti sono decontestualizzati e realizzati in bianco e nero.

“Chi partì” è il titolo della seconda sezione, dove Lucia Castelli ritrae e intervista chi fuggì dalle terre d’origine, mentre in “Chi rimase” il percorso espositivo viene chiuso dando voce a chi decise di non lasciare la terra natia.

Il volume che accompagna la mostra non solo raccoglie gli esiti di questa complessa e articolata ricerca sul campo, ma li amplia e approfondisce grazie ai testi di Marzia Luppi, direttrice della Fondazione Campo Fossoli, che fornisce un inquadramento storico dell’esodo giuliano-dalmata e delle vicende legate al campo, originariamente nato come campo di concentramento per ebrei e dissidenti politici, durante la Seconda Guerra Mondiale, e di Roberto Roda responsabile del Centro Etnografico Ferrarese, che approfondisce le metodologie etno-fotografiche messe in campo dalla autrice modenese. In appendice viene inoltre posta l’attenzione su alcuni aspetti particolari emersi dalle interviste: la nostalgia di chi scelse di andarsene, i problemi legati alla slavizzazione forzata dei nomi italiani imposta a chi rimase dal governo dell’ex Jugoslavia, la vita quotidiana all’interno del villaggio San Marco e persino la tradizionale celebrazione del 6 dicembre, quel San Nicolò dispensatore di doni ai bambini, che gli esuli mantennero vivo nella loro nuova comunità modenese.

Negli ultimi anni Lucia Castelli ha intrapreso un percorso mirato all’approfondimento della fotografia creativa partecipando a esperienze laboratoriali che l’hanno portata a esporre le proprie foto in prestigiose mostre collettive in Italia e in Francia. Con la personale “Villaggio San Marco-Fossoli-Carpi”, allestita nel 2013, ha avviato una ricerca concretizzatasi con “Italiani d’Istria – Chi partì e chi rimase”, che la vede esplorare le proprie origini istriane adottando i criteri della ricerca etnografica. Ricerca che prosegue tuttora.

Fonte: La Voce del Popolo – 09/01/2022

Lucia Castelli (da www.lavoce.hr)

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