Il Circolo cittadino “Sante Palumbo” di Piazza del popolo, a Latina, ha ospitato la presentazione del libro di Salvatore d’Incertopadre, dal titolo “Esuli. Da Pola a Latina”, pubblicato in occasione del Giorno del Ricordo per i tipi della Aletti Editore.
Nato a Napoli il 14 novembre del 1952, dove ha frequentato l’istituto tecnico per elettrotecnici Alessandro Volta, all’età di 19 anni Salvatore d’Incertopadre si è iscritto alla Facoltà d’Ingegneria elettrotecnica dell’Università Federico II di Napoli.
Dal Sindacato alla scrittura
Nell’estate del 1979 si trasferì a Latina per ragioni di lavoro come impiegato tecnico presso la fabbrica Marconi italiana di Cisterna e per questo motivo non portò a termine gli studi universitari. Si iscrisse subito alla Cgil e dal novembre del 2004 guidò per otto anni la Camera del Lavoro. Successivamente iniziò a seguire la sua passione, scrivendo e pubblicando il suo primo libro intitolato Il sindacalista; i miei anni a Latina (Atlantide Editore 2015) con la prefazione di Susanna Camusso. Nel 2016 pubblicò il suo secondo libro dal sapore fortemente autobiografico Due padri, due figli. Una famiglia tra Napoli e Latina. Seguì il volume Via delle Zite 18. Non sono diventato scugnizzo.
“Quando ho scritto Esuli da Pola a Latina non immaginavo che ci sarebbe stato un popolo europeo che nel 2022 avrebbe vissuto le stesse sofferenze vissute dagli italiani dell’Istria fra il 1943 e il 1946”, ha scritto Salvatore d’Incertopadre pochi giorni fa sul suo profilo Facebook.
Nel libro l’autore racconta la storia immaginata di una delle tante famiglie esuli del ceto medio che vissero l’intera vicenda della guerra a Pola e che alla fine scelsero la strada dell’esodo.
Qualità espressiva
“Un romanzo che si impone come una prova decisamente convincente per la qualità espressiva, per la nitidezza della capacità comunicativa e soprattutto per l’architettura d’insieme e sequenziale dell’ampia ed estesa narrazione, ben costruita nei minimi dettagli”, ha detto di questo volume la critica.
“Leggendo attentamente i quindici capitoli (190 pagine) della storia ben raccontata di una delle tante famiglie istriane costrette a scegliere l’esilio dopo le tristi vicende della Seconda guerra mondiale, la performance letteraria dell’autore col tempo è diventata più evoluta non solo nella trama, ricca di colpi di scena, ma anche nell’impianto e nello stile narrativo più delicato e sensibile. Un libro intenso e affascinante, commovente e incantevole nella sua leggerezza che sicuramente potrà attrarre diversi lettori.
Il romanzo, nel suo rigoroso impianto storico, racconta le tragiche vicende della famiglia dell’ingegnere Alberto Mori, un sopravvissuto al drammatico evento delle foibe, che riesce a trovare una forte energia interiore nel sopportare le inenarrabili sofferenze per la perdita prematura del figlio Paolo, della giovane figlia Lea, affascinante per la sua esuberante vitalità, dell’anziana e saggia madre Margherita e dell’amata compagna di vita Tecla.
La presentazione del libro è stata organizzata dal Comitato provinciale dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia. A introdurre la serata è stato Piero Simoneschi, vicepresidente del Comitato Anvgd, metre nel ruolo di moderatore è intervenuto il giornalista Paolo Iannuccelli. A portare ima sua testimonianza anche un esule da Parenzo, il novantunenne Ottavio Sicconi, alunno di Norma Cossetto, oggi gestore insieme ai figli, di una libreria a Latina.
Fonte: La Voce del Popolo – 13/03/2022