Il Presidente croato riconosce che l’Istria è stata stravolta dall’esodo

Un ampio resoconto di Daria Deghenghi che il quotidiano fiumano in lingua italiana “La Voce del Popolo” ha dedicato ai festeggiamenti della Giornata della Città di Pola è stato intitolato La maturità di raccontare la storia. Multiculturalismo senza complessi.

Ci si riferisce in particolare all’intervento del Presidente della Repubblica di Croazia Zoran Milanović, il quale già in una precedente cerimonia ufficiale in Istria aveva riconosciuto la gravità dell’esodo del 90% della comunità italiana autoctona dell’Istria in seguito alle persecuzioni del regime comunista jugoslavo e stavolta ha riconosciuto che prima della Seconda guerra mondiale l’Istria e Pola in particolare erano abitate in prevalenza da italiani.

In questa occasione, infatti, «il Capo dello Stato ha raccontato ai polesi in festa delle “due incursioni che i suoi antenati partigiani dell’entroterra dalmata compirono in Istria a partire da Rupa e da Fianona, per annetterla alla Croazia”. A suo dire, “L’Istria non era esclusivamente uno spazio etnico croato, e a maggior ragione non lo era Pola: a Pola i croati erano in minoranza. Bisogna essere sinceri con noi stessi, affinché si possa esigere l’onestà dagli altri, bisogna ammettere che in questa città una popolazione è subentrata a un’altra, cosa che oggi si definirebbe diversamente e non dico come. In questo luogo si è verificato un qualcosa che all’epoca si considerava normale e che oggi sarebbe definita come una catastrofe umanitaria. Decine di migliaia di persone hanno lasciato la propria terra, i partigiani si sono ritirati, sono arrivati gli anglo-americani e ci sono rimasti fino al 1954, fino al Memorandum di Londra. Questa è la realtà. Dobbiamo confessarlo se vogliamo esigere dagli altri onestà e moralità. Per questo motivo amo venire a Pola e assistere a una comunione di etnie e a un’assenza di complessi che invece proliferano nel resto della Croazia: in questo luogo si è consapevoli del propri limiti e per questo si è anche disposti a lasciar correre per costruire un mondo migliore”.»

Analoga dichiarazione è stata rilasciata l’indomani dal Capo dello Stato croato a Umago, in concomitanza con la Giornata della Città.  Rimarcando il fatto che l’Istria è un Regione speciale, forse non la più ricca, ma una delle più piacevoli per vivere dell’Europa occidentale, ha affermato che questa è anche una zona delicata, che dopo il 1945 subì un’ingiustizia di proporzioni storiche. Nonostante ciò, l’Istria ha saputo affrontare la situazione e vivere in modo civile, una cosa rara in Europa. Per questo motivo, il Capo dello Stato ha augurato a Umago di continuare a crescere, attingendo anche ai fondi europei, affermando che i cittadini possono essere orgogliosi di vivere in una zona fortemente sviluppata (Umago orgogliosa del suo sviluppo – Le ingiustizie del dopoguerra, di Vedran Višković). [LS]


Il Piccolo - 07/05/2022
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