C’era una volta (e c’è nuovamente), di fronte all’albergo Continental, subito accanto alla Fiumara, la cappella di San Giovanni Nepomuceno. All’epoca in cui tra Fiume e Sušak c’era un muro di confine, una parte del tabernacolo apparteneva al Regno d’Italia (due terzi della costruzione e una minuscola finestrella) e l’altra a quello dei SCS (un terzo e l’ingresso).
Tra ponti… e ponti
La cappella, simbolo di pace, fu vittima della storia, muto testimone dei cambiamenti e complice di tanti destini divisi dalle circostanze storiche e politiche. In tal senso ricorderemo i molti ponti edificati e distrutti, dei quali il primo fu costruito nel 1640 a spese dell’erario e del Convento francescano di Tersatto. È interessante notare che l’indennità per attraversarlo, nel periodo del pellegrinaggio al Santuario, doveva venire versata da tutti tranne che dai castuani. Nel 1715 il ponte venne ricostruito e, due anni dopo, i gesuiti vi posero la statua di San Giovanni Nepomuceno, originario della città boema Pomuk, considerato il Santo difensore delle acque e delle alluvioni, del transito sul ponte e degli annegati e la sua area antistante prese il nome di Piazza San Giovanni. Successivamente, nel 1753, affinché le navi ad albero alto potessero raggiungere le zone di Scoglietto e quella portuale, fu sostituito da un ponte levatoio e, nel 1855, in seguito al regolamento del corso della Fiumara, con uno di ferro. La suddetta cappella fu testimone anche dell’edificazione del grande ponte che nel 1926, costruito al fine di unire Fiume e Sušak, permetteva a tutti coloro che ne avevano la necessità di comunicare con i propri cari che vivevano dall’altra parte del confine e che lo facevano attraverso la sunnominata finestra della chiesetta.
Neanche la sorte di questo ponte fu più fortunata in quanto, durante la Seconda guerra mondiale, venne abbattutto e sostituito (per l’ennesima volta) da uno provvisorio di legno.
La copia
Dalle corrispondenze tra la Città e la Diocesi della seconda metà del ‘900 si viene a sapere che, causa una serie di circostanze storiche, la Cappella fu rimossa nel 1954 e, nelle immediate vicinanze di dove era ubicata, ne venne costruita una replica, esente da simbologia religiosa. La statua di San Giovanni Napomuceno, come i resti dei suoi pilastri di sostegno, furono trasferiti nella Chiesa dell’Assunzione della Beata Vergine Maria (Duomo), dove si trovano ancora oggi. Successivamente, nel 1999, venne realizzata un’altra copia, mai del tutto completata sulla cui cima, però, al fine di ridarle la sua originaria identità religiosa, è stata posta una croce.
Ornella Sciucca
Fonte: La Voce del Popolo – 22/05/2022
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