Dopo due anni di pausa dovuta alla pandemia, è andata in scena al Teatro cittadino di Buie, la 16.esima edizione di “Verdi melodie”, uno degli appuntamenti buiesi della bella stagione organizzato dalla Comunità degli Italiani locale e che ospita sempre diversi cori, quest’anno ben sei, che rappresentano la variegata penisola istriana. Una rassegna corale per celebrare non solo la musica, ma anche la condivisione e lo stare assieme, fattori che donano ancor più significato all’essere una comunità. Ad accogliere il pubblico e i numerosi coristi è stata la neoeletta presidente, Lena Korenika, che ha rivolto particolari parole di gratitudine per il sostegno morale e finanziario all’Unione Italiana, rappresentata per l’occasione dal presidente, Maurizio Tremul, all’UPT e alla Città di Buie, mentre all’Upa buiese è andato un ringraziamento per l’ospitalità. Ha ceduto poi la parola al presidente Tremul, il quale ha sottolineato la bellezza del veder rifiorire i gruppi artistici delle CI subito dopo l’abolizione delle restrizioni: “Vi ringrazio perché se siete così numerosi con questi cori a poco tempo dalla libera uscita, vuol dire che avete continuato a provare, a cantare, a stare insieme anche durante il lockdown e i momenti difficili. Questo vuol dire che vi sentite veramente Comunità”.
Gli inizio del coro della CI di Buie
Il primo coro a calcare il palcoscenico è stato quello della Comunità degli Italiani di Buie, che ha ricordato la tradizione corale che risale alla fine dell’800 con il coro dei neri e dei bianchi, arrivando al periodo tra le due guerre con la costituzione del coro “Giuseppe Verdi”. Negli anni ‘50 e ‘60 ha operato all’interno del Circolo Italiano di Cultura “Francesco Papo” di Buie, per diventare poi la Comunità degli Italiani come è conosciuta oggi. Alla guida si sono susseguiti vari Maestri: Milos, Lentini, Squarcia, Gamboz, Markov, Bernich, Sacher, Bassanese fino al 1996, quando la direzione venne assunta dal Maestro Maurizio Lo Pinto. Da quel momento in poi i concerti si sono fatti più frequenti. Il vecchio repertorio non venne messo da parte anzi, venne consolidato e integrato da brani nuovi e di ampio respiro. Per l’occasione i 21 coristi hanno intonato “Cara Gina”, “La risaia” e “La batana”.
I coristi di Albona…
Dalla parte più lontana dell’Istria ospite il coro misto “Giuseppina Martinuzzi” di Albona. Fondato nel 1999 sotto gli auspici dell’omonimo sodalizio, il coro fu diretto dalla Maestra Sabrina Stemberga Vidak. Nel 2009 la direzione è passata alla professoressa Nerina Ševrlica Bolfan, mentre dal 2018 a dirigere il coro è il Maestro Franko Ružić. A comporlo 22 membri che si sono esibiti in oltre 200 occasioni, in Croazia e all’estero. Particolarmente prestigiosa è stata l’esibizione al “Lisinski” di Zagabria. Dal suo vasto repertorio alla serata buiese hanno proposto, “Madonnina del mare”, “La rondinella istriana” e “La bionda e la mora”.
…e quelli di Umago
Terzo a esibirsi il coro della Comunità degli Italiani “Fulvio Tomizza” di Umago che, costituitosi nel 1977, quest’anno festeggia i 45 anni di attività. In quest’arco di tempo ha partecipato a innumerevoli manifestazioni, serate corali, incontri, rassegne, esibendosi con successo in varie regioni della Croazia, ma anche oltreconfine, come Slovenia, Italia e Montenegro. Conta una trentina di amanti del canto che con amore e passione mantengono vive le tradizioni canore. Diretto dal 2002 dal Maestro Maurizio Lo Pinto, il coro si contraddistingue per un ricco e svariato repertorio che spazia dai canti popolari istroveneti e dalmati alle canzoni moderne, fino ai brani lirici e sacrali. I brani intonati per l’occasione sono stati “Laggiù a la chiesetta”, “Stelutis Alpinis” e “M’apparì tutta fulgente”.
Il ritorno a casa degli isolani
È stata poi la volta del coro misto “Haliaetum” della Comunità degli Italiani “Pasquale Besenghi degli Ughi” di Isola accolto da Daniele Kovačić, conduttore della serata, il quale ha spiegato che “c’è chi vorrebbe dividerci e chi pensa ancora che di Istrie ce ne siano due o tre. Per noi ce n’è una sola e allora, benvenuti a casa, cari isolani”. Il nome Haliaetum deriva dal nome che i romani diedero al porto di Isola, oggi baia di San Simone. Costituito nel 1975, tiene regolarmente concerti in Slovenia, Italia, Austria e Croazia. Diretti dalla Maestra Lora Pavletić, i cantanti hanno intonato “Fumo negli occhi”, “Isola dei pescadori” e “Senza fine”.
Il folclore di Villanova
Il gruppo folcloristico vocale della CI di Villanova ha invece proposto “La Parenzana”, “Le scarpette” e “Sabato di sera”. Nato due lustri fa, conta una quindicina di coristi e nasce come ramo della compagnia filodrammatica in seguito a uno spettacolo canoro messo in scena dal gruppo. L’ensémble propone canzoni popolari accompagnate da Sandro Bratović alla fisarmonica, strumento che rispecchia il modo di essere dei Villanovesi, persone allegre a cui piace lavorare, ma allo stesso tempo divertirsi.
Castelvenere. Note dialettali
Ultimo, il gruppo vocale a cappella “Castrum Veneris” della CI di Castelvenere, diretto oggi dal Maestro Teo Biloslavo. Il repertorio che propone è molto vasto, dalle canzoni tradizionali a quelle popolari in dialetto istroveneto, italiano, croato e in vari dialetti che contraddistinguono la penisola e la costa dalmata. Si è esibito con “Va a l’ombra Nineta”, “Amor dammi quel fazzolettino” e “Kroz planine, brda i gore”.
La serata si è conclusa con l’intonazione a cori uniti di uno dei canti più noti della storia dell’opera, “Va pensiero”. Uno degli aspetti da sottolineare di questo tipo di eventi è che si va oltre al solo concerto in quanto vi è stato poi, un momento conviviale, durante il quale i coristi hanno continuato a cantare dietro le quinte, dimostrando un’altra volta l’amore per la musica tradizionale e la volontà di mantenere viva la cultura musicale del territorio.
Erika Barnaba
Fonte: La Voce del Popolo – 28/05/2022