Tra il 9 e il 10 giugnosi ricorda l’anniversario dell’impresa di Premuda compiuta nel 1918 dal Capitano di Corvetta Luigi Rizzo, gloria della Marina Italiana. Un’azione navale compiuta dai MAS 15 e 21, agli ordini del capo sezione Luigi Rizzo e rispettivamente comandati Da Armando Gori e Giuseppe Aonzo, che all’alba del 10 giugno 1918, in piena Prima guerra mondiale, penetrarono di nascosto tra le unità di una formazione navale nemica diretta al canale d’Otranto, riuscendo a silurare e ad affondare la corazzata SMS Szent Istvàn (Santo Stefano). Nell’azione venne colpita da un siluro anche la corazzata gemella Tegetthof, ma il mancato funzionamento del dispositivo di esplosione impedì l’affondamento. Per questa grandiosa impresa, l’audacissimo marinaio fu insignito della seconda Medaglia d’Oro al Valor Militare, caso, per un soldato vivente, più unico che raro. Altresì, è proprio questo storico evento a sancire la Festa della Marina Militare Italiana, celebrata ogni 10 giugno.
Luigi Rizzo, Marinaio, lavoratore infaticabile e Consigliere della Camera dei Fasci e delle Corporazioni, fu uomo irreprensibile anche durante periodi molto più bui per la storia patria e per la Venezia Giulia.
Il Marinaio, Podestà di Grado e Conte di Premuda, nel 1943, quando Trieste venne occupata dai tedeschi, ricopriva la carica di Presidente dei cantieri riuniti dell’Adriatico e del Lloyds Triestino. Più volte la settimana, già nelle prime ore del mattino, egli visitava il prefetto della Venezia Giulia, Bruno Coceani. Mantenere in efficienza i cantieri significava assicurare la vita a decine di migliaia di persone. Sensibilissimo al problema degli adeguamenti salariali, accordati nelle altre province d’Italia, e differenza riscontratasi fra l’assetto salariale di queste e quello nella provincia di Trieste, le locali associazioni dei datori di lavoro e lavoratori, già in data 25 novembre 1943 raggiunsero, con spirito di reciproca comprensione, le difficoltà del momento, a favore dei lavoratori dipendenti da tutte le aziende industriali, artigiane e cooperative, un accordo per l’istituzione d’una indennità temporanea di carovita che immediatamente fu reso esecutivo della prefettura già il 27 novembre. L’accordo di cui Rizzo fu fautore, prevedeva la corresponsione di una indennità variabile in relazione alla qualifica, all’età e al sesso dei lavoratori, che in rapporto agli stipendi e ai salari medi dei prestatori d’opera, raggiungeva la misura di circa il 30%. Successivamente, il 6 dicembre, venne resa nota l’ordinanza del Supremo Commissariato con la quale venivano autorizzati gli aumenti salariali, in misura non superiore al 30% degli stipendi e dei salari minimi. L’indennità temporanea di carovita istituita per Trieste e per le altre province d’Italia non aveva appagato tuttavia le aspettative dei lavoratori, non essendo state valutate le condizioni di vita corrispondenti a Torino, Genova, Milano ed in altri centri industriali. Gli industriali di Trieste, in testa ad essi Luigi Rizzo, consci della necessità d’una ulteriore revisione salariale anche per le maestranze triestine, chiesero alle autorità tedesche di uniformare gli aumenti salariali a quelli delle altre province d’Italia. Le richieste degli industriali non vennero accolte, tuttavia, dalle autorità tedesche. Malgrado le battaglie intraprese contro il Supremo Commissario tedesco, Rizzo non riuscì che a portare a casa che poche migliorie, che i tedeschi non gli perdonarono.
Il 4 aprile 1944 Luigi Rizzo fu arrestato assieme al suo segretario particolare e al figlio, nella sede dei Cantieri. Fu costretto a partire per Klagenfurt, confinato successivamente a Krunpendorf sul lago di Woerth e poi internato a Hirschegg.
A nulla valsero gli interventi del Prefetto Coceani e di Mussolini. Luigi Rizzo non era persona gradita ai tedeschi, proprio perché Conte di Grado e di Premuda, un vero patriota italiano, eroe nazionale scomodo, da allontanare. La direzione dei cantieri navali vennero affidati a Guido Slataper, altra Medaglia d’Oro, che rifiutò. Lo sostituì nell’ingrato compito il barone Dimitri Economo.
Rizzo, eroico marinaio siciliano, rimpatriato nel dopoguerra, morì nel 1951 a seguito di un’operazione ad un polmone. A lui, il ricordo delle genti giuliane e della Marina Militare Italiana.
Valentino Quintana