Serata conclusiva a Buie della decima edizione del “Dimela cantando”, la rassegna della canzone inedita in istroveneto che è andata a chiudere l’undicesima edizione del “Festival dell’Istroveneto”
È Massimiliano Cernecca con il suo brano “Mauri” ad aggiudicarsi il premio per la migliore canzone della decima edizione del Dimela cantando. L’artista triestino fa il bis poiché anche l’anno scorso ha ritirato lo stesso premio. E sempre per quanto riguarda la giuria di esperti la canzone con le più belle parole è risultata invece “Le cantsoni no servi a njente” di Andrea Bussani mentre il brano con il miglior arrangiamento è risultato “A boboli co’l sciopo” di Marko Radolović che ha curato l’ arrangiamento assieme a Mauro Giorgi. Assegnate pure tre menzioni: a Flavio Furian con “Non go mai vinto un festival”, ad Alida Delcaro con “Un rock in mascherina” e a Sara Salvi per “Inportante”. Da rilevare che un altro importante premio ovvero quello del pubblico che ha assommato i voti ottenuti nelle tre serate del Festival e quelli on line è andato ad Andrea Scarcia e alla sua “Me dizmentigo”. Il riconoscimento degli artisti è andato a Sergio Preden Gatto per l’esecuzione “E ve canto l’amor” mentre “Le cantsoni no servi a njente” di Andrea Bussani è stata giudicata quella con le migliori parole dialettali dall’ Accademia de la Bona Creansa-Academia de la Lengua Veneta. Nel decimo anno della manifestazione canora gli organizzatori hanno consegnato due premi fedeltà andati a Edi Acquavita e Mauro Giorgi che con le loro musiche e arrangiamenti hanno partecipato a tutte le edizioni. La serata è stata seguita da un numeroso pubblico accorso al Teatro cittadino ma anche dallo schermo gigante posto nell’atrio della casa di cultura buiese. Presenti in sala numerose autorità in rappresentanza della Regione istriana, della Regione Veneto, dell’Unione italiana e naturalmente della locale municipalità. Negli interventi, tutti hanno lodato la manifestazione volta alla salvaguardia e promozione della parlata dialettale riconosciuta patrimonio culturale immateriale in Slovenia e Croazia. Un’iniziativa di grande valore simbolico anche perché con le tappe piranese e veneziana accomuna un’area culturale unica e abbatte i confini.
Lionella Pausin Acquavita
Fonte: Radio Capodistria – 19/06/2022