Il sanguinoso preambolo dell’esodo da Pola: Vergarolla

Dopo che nei due anni scorsi le restrizioni pandemiche avevano ridotto al minimo le manifestazioni in occasione dell’anniversario della strage di Vergarolla (18 agosto 1946), quest’anno la tragica ricorrenza ha avuto a Pola maggiore attenzione e visibilità.

Già il giorno prima si è svolto un convegno organizzato dal Consiglio regionale della minoranza italiana autoctona in onore delle vittime della carneficina (tra identificati e ignoti in quanto fatti a pezzi dall’esplosione, si calcolano circa 110 morti) e dell’eroica figura del dottor Geppino Micheletti, il quale si adoperò nell’ospedale cittadino “Santorio Santorio” nel tentativo di salvare più feriti possibili, sapendo che fra i morti vi erano anche i suoi due figli. Oltre all’accurata ricostruzione storica della terribile vicenda, la manifestazione è servita a rilanciare ancora una volta la proposta di intitolare proprio a Micheletti l’ospedale di Pola.

Tra le molte autorità intervenute alla cerimonia istituzionale della mattina del 18 agosto, l’Associazione Italiani di Pola e dell’Istria – Libero Comune di Pola in Esilio, organizzatrice dell’evento assieme alla Comunità degli Italiani di Pola, ha espresso particolare soddisfazione in merito alla presenza del sindaco Filip Zoričić: era dal 2004 che il primo cittadino del capoluogo istriano non interveniva alle cerimonie per portare il saluto della città ai convenuti. Nell’occasione è stata anche inaugurata la nuova lapide che ricorda il dottor Micheletti, collocata come la precedente a fianco del cippo commemorativo della strage di Vergarolla presso la cattedrale cittadina. Erano presenti le senatrici Laura Garavini, che ha evidenziato come l’iniziativa fosse frutto della collaborazione tra esuli e comunità italiana autoctona, e Tatjana Rojc, la quale in particolare ha rilevato che «l’omaggio al medico Geppino Micheletti e al suo altruismo rende questa giornata più intensa e intrisa di struggimento. È un grande traguardo ritrovarci a Pola a pregare e onorare i morti senza distinzione di lingua e di storie, uniti dalla pietà e dalla volontà che tutto questo orrore non si ripeta». Il Presidente della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga ha ricordato sul suo profilo social che «fu il primo attentato terroristico della storia della Repubblica italiana e il più sanguinoso, più di Piazza Fontana, più della Stazione di Bologna. Nella strage di Vergarolla persero la vita oltre cento persone. Un terzo erano bambini. Una tragedia avvolta ancora oggi da ombre e interrogativi su responsabili e mandanti». L’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha invece pubblicato un post in cui sottolinea come «la strage di Vergarolla fu l’ultimo attacco a Pola italiana».

Il Piccolo – 19/08/2022

In serata a Trieste si è invece svolta la consueta cerimonia commemorativa a cura della Federazione Grigioverde di Trieste – Istria – Fiume e Dalmazia presso la lapide che sul colle di San Giusto reca i nomi delle 65 vittime identificate. Era presente una delegazione del comitato provinciale di Trieste dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, mentre il comitato di Pescara ha organizzato una messa in suffragio delle vittime. Poco dopo il movimento Trieste Pro Patria ha, invece, eseguito una breve commemorazione presso il monumento eretto in onore del dottor Micheletti in piazzale Rosmini.

Segnaliamo inoltre sull’Huffington Post un intervento di Mauro Suttora, sempre attento alle questioni del confine orientale italiano: «La verità si è saputa solo nel 2008 – si legge nel suo articolo – all’apertura degli archivi di Londra: “Gli ordigni furono deliberatamente fatti esplodere da persone sconosciute”. Con tutta probabilità agenti dell’Ozna, la polizia segreta del dittatore Tito. Che così raggiunse il suo scopo: terrorizzati, 28mila polesani nell’anno seguente scapparono, arrivando esuli in Italia». Di «strage vergognosa» parla invece Ettore Lembo in un intervento sulla testata online La Notizia.

Molto efficace, infine, il servizio realizzato da Umberto Bosazzi per l’emittente televisiva triestina Tele4.

Lorenzo Salimbeni

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