Set162022
È deceduto a Udine Licio Damiani, critico d’arte e noto giornalista. Era di Lussinpiccolo
By Varutti
Italiano ed esule due volte, è morto a Udine Licio Damiani il 16 settembre 2022, grande critico d’arte e stimato giornalista. Era nato il 26 aprile 1935 a Lussinpiccolo, nel Regno d’Italia.
Come ha ricordato Bruno Bonetti, vicepresidente dell’ANVGD di Udine, “i Damiani erano originari di Curzola (oggi in Croazia: Korčula), isola dalmata situata tra Spalato e Ragusa. Le loro famiglie italiane subirono l’esodo del 1920, dopo il Trattato di Rapallo che assegnò l’Isola di Curzola al Regno dei Serbi, dei Croati e degli Sloveni. I Damiani allora si trasferirono a Lussinpiccolo, assegnata all’Italia. Poi nei primi anni ’40 e, soprattutto, in seguito alle violenze titine, c’è il secondo esodo verso Trieste e il Friuli, terra d’adozione. La famiglia Damiani era molto vicina all’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, frequentando le cerimonie religiose, culturali e patriottiche”.
In particolare, il fratello di Licio, l’avvocato Gabriele Damiani (1939-2020), nel periodo 1977-1980 è stato vicepresidente dell’ANVGD, con la presidenza dell’indimenticato ingegnere Silvio Cattalini, esule da Zara. Nel 1988 Gabriele Damiani era membro del Consiglio Direttivo della stessa ANVGD, con Cattalini presidente e Sergio Satti, esule da Pola, vicepresidente.
Licio Damiani era una penna d’oro, scriveva di arte con una rara proprietà di linguaggio, incuriosendo il lettore qualsiasi. Aveva 87 primavere, per anni era stato caposervizio nella sede Rai del Friuli Venezia Giulia. Dal 1997 collaborava con il «Messaggero Veneto», quotidiano di Udine e Pordenone.
Laureato in giurisprudenza a Trieste, Licio Damiani si è appassionato presto alla critica d’arte condivisa con la professione giornalistica. Professionista dal 1964, fu assunto in Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, in veste di caposervizio dell’Ufficio stampa e responsabile della redazione di Udine. Nel 1985 è passato in Rai alla Tgr del Fvg, curando fino al 1997 le notizie del panorama friulano, con la preferenza per i temi d’arte e cultura. Per anni fu responsabile della rubrica domenicale di agricoltura “Vita nei campi”. I suoi corsivi per la trasmissione sono stati raccolti di recente in un volume. Membro dell’Associazione internazionale dei critici d’arte, ha sempre continuato le sue geniali collaborazioni giornalistiche.
È assai vasta la produzione saggistica di Licio Damiani con due caposaldi: uno dedicato all’arte del Novecento in Friuli e il secondo al Liberty e gli anni Venti. Nel 2007 ha pubblicato “Arcipelago della memoria”, per La Nuova Base di Udine. Si tratta di una serie di intensi racconti ambientati sull’Isola di Lussino. L’opera è una riedizione aggiornata ed ampliata del suo precedente libro intitolato “Paura di Vera ed altri racconti”, del 1972. Quella di Licio Damiani sul tema dell’Istria è un’interessante scrittura della memoria che diventa anche testimonianza unica e irripetibile, come ha spiegato la critica Maria Carminati.
Al figlio Stefano, giornalista de «La Vita Cattolica» di Udine, alla figlia Sabina, alla moglie Anna Maria Verbi, ai nipoti e parenti tutti vadano le condoglianze dell’ANVGD.
parenti tutti vadano le condoglianze dell’ANVGD.
Il funerale di Licio Damiani – La cerimonia funebre si è svolta il 20 settembre 2022, alle ore 14, nel Duomo di Udine, in presenza di vario pubblico, molti giornalisti, artisti, architetti, musicisti, ricercatori e amici vari del defunto. Tra le autorità in prima fila si sono notati l’onorevole Pietro Fontanini, sindaco di Udine, Loris Michelini, vicesindaco, Fabrizio Cigolot, assessore comunale alla Cultura e Elisabetta Marioni, assessore comunale all’Istruzione.
Sulla bara, con il permesso della vedova, sono state posizionate le bandiere dell’Istria e della Dalmazia. Il labaro dell’ANVGD era sorretto dall’architetto Franco Pischiutti, che ha partecipato con altri alfieri e labari al corteo dal Duomo al carro funebre, in piazza. In chiesa la delegazione dell’ANVGD di Udine era formata da Sergio Satti (di Pola), Giorgio Gorlato (di Dignano), Graziella Brusin, la pinguentina Eda Flego (col marito Paolo Grillo) e la signora Pravisano. Poi c’era la socia Renata Capria D’Aronco, pure presidente del Club UNESCO cittadino.
Ha parlato solo il sindaco, cui ha dato la parola il celebrante monsignor Luciano Nobile, chiudendo la mesta cerimonia. La Delegazione dell’ANVGD ha rivolto le condoglianze in nome di Bruna Zuccolin, presidente del sodalizio, alla vedova e ai figli.
Elio Varutti
Fonte: ANVGD Udine – 20/09/2022