Alla Mostra del Cinema di Venezia si è parlato anche del grande scrittore triestino Italo Svevo grazie alla presentazione di un libro, curato da Alessandro Cuk e Barbara Sturmar, e intitolato appunto “Italo Svevo tra cinema e letteratura”. L’incontro si è svolto all’hotel Excelsior presso lo Spazio Regione del Veneto/Veneto Film Commission ed è stato organizzato dalla sede italiana del Consiglio d’Europa in collaborazione con l’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e il CINIT-Cineforum Italiano.
Oltre ai due curatori del libro era presente Luisella Pavan-Woolfe, Direttrice della sede italiana del Consiglio d’Europa che ha coordinato l’incontro. Inoltre, c’erano Massimo Caminiti, Presidente del Cinit-Cineforum Italiano, e Italia Giacca, coordinatrice regionale dell’ANVGD Veneto.
Dopo l’introduzione di Luisella Pavan-Woolfe, è intervenuto Alessandro Cuk che ha spiegato l’obiettivo della pubblicazione, quello di analizzare e approfondire il collegamento tra i testi di Italo Svevo e le relative trasposizioni cinematografiche e televisive, con uno sguardo rivolto anche al teatro.
Negli anni Sessanta è cominciata la divulgazione dell’opera dello scrittore triestino al di fuori degli schemi letterari, prima portando a teatro, nel 1961, per la prima volta il testo “Un marito” con la regia di Sandro Bolchi e poi girando nello stesso anno il film “Senilità” che è uscito l’anno successivo: giusto sessant’anni fa.
Questo film diretto da Mauro Bolognini e che aveva come protagonisti Claudia Cardinale e Anthony Franciosa rimane la più importante trasposizione cinematografica sveviana. Ma ha avuto un iter particolare, come ha spiegato Barbara Sturmar, perché sono state scritte due sceneggiature, una d’ambientazione veneziana e l’altra triestina. Poi, grazie anche all’intervento della figlia di Svevo, il film è stato girato nel suo habitat naturale: Trieste.
Ma nel libro si parla anche di tante altre cose, a partire dalla due versioni televisive del testo più importante di Svevo “La coscienza di Zeno”, la prima del 1966 ha come protagonista Alberto Lionello, nella seconda del 1988 Zeno è interpretato da Johnny Dorelli. E poi, tra l’altro, si analizza il documentario di Franco Giraldi, il film di Francesca Comencini e il progetto non realizzato di Giorgio Strehler che avrebbe voluto portare sul grande schermo il capolavoro sveviano.
Delia Strano
Fonte: Mostra del Cinema Venezia – 15/09/2022