TRIESTE Non si placa il confronto a distanza tra il vicepresidente e commissario ai Trasporti della Commissione europea Antonio Tajani e il governo sloveno sull’istituzione del sistema delle «vignette» per i pedaggi autostradali nella vicina repubblica e le sue tariffe.
L’esecutivo dei Ventisette giudica infatti gli importi stabiliti da Lubiana troppo onerosi e il sistema, nel suo insieme, penalizzante per gli stranieri che usufruiscono della rete ad alto scorrimento slovena. E sono servite a ben poco le «correzioni di rotte», con nuove tariffe e scaglioni d’abbonamento, apportate dalla Slovenia dopo le critiche Ue: da Bruxelles il giudizio resta negativo.
Accanto al confronto istituzionale, che ha visto la Commissione Ue bloccare, quale sanzione, alcuni fondi destinata a Lubiana proprio per l’ampliamento della sua rete viaria, procede una sorta di attacco personale ai danni del politico italiano «prestato» all’Unione, accusato di avere assunto una posizione anti-slovena proprio per la sua nazionalità. Un’accusa riecheggiata negli ultimi giorni sulla stampa di Lubiana e che sembra non tenere conto di un particolare sostanziale: Tajani, anche in un recente carteggio con l’esecutivo e i ministeri preposti di Lubiana, ha replicato anche per conto del presidente della Commissione, lo spagnolo Juan Manuel Barroso.
E contro gli attacchi al commissario Ue italiano prende posizione anche il deputato del Popolo della libertà Isidoro Gottardo.
«Le vignette poste in essere dalla Slovenia costituiscono una palese violazione delle norme comunitarie e si configurano come una vera e propria tassa di transito. Anche le nuove proposte di modifica al vaglio del Parlamento sloveno rimangono distorsive del diritto di libera circolazione» afferma in una nota il leader politico del centrodestra del Friuli Venezia Giulia.
«Bene ha fatto – continua – il commissario europeo Antonio Tajani, alla luce delle segnalazioni ricevute da più parti, ad aprire da prima una procedura d’infrazione contro le vignette dei pedaggi introdotte lo scorso anno e a intervenire nuovamente in questi giorni chiedendo la modifica anche della nuova proposta in quanto non risolutiva di un legittimo diritto che va tutelato». «Gli attacchi che ha ricevuto – aggiunge l'onorevole Gottardo – da ultimo quello dell’ex premier Jansa che lo accusa di volere fare gli interessi degli italiani, sono inaccettabili. Tajani ha ottemperato al suo dovere di garante delle norme comunitarie e quindi del diritto di libera circolazione, fermo restando il pagamento ove richiesto di un pedaggio equo».
Gottardo si spinge oltre: «L’aggressione nei confronti del commissario Tajani da parte slovena va ben oltre la legittima critica. È un'aggressione tesa a delegittimarne la sua funzione europea di garante. L'accusa che viene rivolta è l'ennesimo segno d’inimicizia verso l'Italia e dimostra la scarsa consapevolezza che la Slovenia, entrando nel Trattato di Schengen, ha assunto verso l'Europa e tutti i suoi cittadini non solo diritti ma anche doveri». Gottardo evidenzia infine la mancanza, alla barriera doganale tra Croazia e Slovenia, di una corsia privilegiata, come avviene ovunque, d’ingresso per i cittadini europei nell'Area Schengen. Ne sono penalizzati non solo gli italiani residenti in Istria, Fiume e Dalmazia ma anche i turisti.
Pier Paolo Garofalo