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Tornato a Buie, 3 mesi di carcere (Il Piccolo 08 giu)

Per uno che ha passato l’8 settembre fra i tedeschi ed era in Normandia prigioniero nel giorno dello sbarco americano potrebbe anche bastare, se ha salvato la pelle. Ma la storia di Antonio Dussi, testimone eccezionale, racconta anche di come qui sul confine la tragedia sia durata il doppio. «Arrivo a Buie, a casa – ricorda -, baci e feste con la mia famiglia, ma è tutto pieno di scritte in sloveno, e di gente sconosciuta…». Buie è «zona A», sotto il governo di Tito. «È la parte più triste della mia vicenda – sussurra incredibilmente Dussi -, volevo solo tornare a lavorare la campagna, e invece mi feci tre mesi di durissimo carcere. Avevo amicizia con molti insegnanti della scuola italiana, e mi chiesero di insegnare il mio mestiere ai ragazzi, l’agricoltore. Be’, perché no. Non sapevo che erano tutti in collegamento col Cln di Trieste. Mi mandavano ogni settimana a ritirare 700 lire di sussidio. E io andavo, che ne sapevo da dove venivano le sovvenzioni? Mi presero. La Normandia fu niente al confronto. Compagni di prigionia bastonati, o spariti. Io torturato. Ma non potevano processarmi, non c’era niente a mio carico. Uscito, decisi che lì non potevo più restare. E così venni a Trieste».

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