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Croazia-Slovenia: fallisce mediazione su confini (Il Piccolo 20 giu)

BRUXELLES È fallita la mediazione europea in merito al contenzioso confinario sloveno–croato. Il tentativo del commissario per l'Allargamento Olli Rehn di portare Lubiana e Zagabria a un acccordo sul problema di confine in modo che la Slovenia tolga il blocco ai negoziati di adesione della Croazia all'Ue non ha dato il risultato sperato. A questo punto, ha riferito la portavoce di Rehn, Krisztina Nagy, al termine dell'ennesimo incontro del commissario con i ministri degli Esteri dei due Paesi avvenuto a margine del Consiglio europeo di Bruxelles, Slovenia e Croazia dovranno sbrigarsela da sole.

Dell'insuccesso della mediazione, Rehn informerà la Presidenza di turno ue ceca e la successiva, svedese. Entrambe le parti hanno cercato subito di scaricare la responsabilità del fallimento una sull'altra. Per il capodiplomazia sloveno Samuel Zbogar è stata la Croazia a respingere l'ultima proposta di Rehn e a ritirarsi dalla trattativa in corso. Gli ha replicato l'omologo croato Gordan Jandrokovic, ricordando che Zagabria aveva accettato senza alcuna condizione la precedente proposta di Rehn, che poi Lubiana ha preteso di modificare, cosa che la parte croata non poteva più accettare. Su quale punto del Piano Rehn sia avvenuta la rottura, non è stato reso noto. Si sa però già da mesi che il problema principale riguarda il criterio con cui le due parti sono disposte a discutere del nodo confinario. Zagabria insiste sul rispetto del diritto internazionale, Lubiana invece vuole un approccio «meno rigido» e il ricorso al principio «ex aequo et bono», che prende in considerazioni anche altri fattori, non solo quelli giuridici.

Per il premier sloveno Borut Pahor, ora ci vuole una pausa di riflessione. Il premier croato Ivo Sanader, invece, preme affinché la questione del confine sia considerata un problema bilaterale e si arrivi quanto prima allo sblocco dei negoziati di Zagabria con Bruxelles.

Una soluzione potrebbe essere, secondo Sanader, una Dichiarazione congiunta dei parlamenti sloveno e croato in cui si rilevi che nessun documento approvato dopo il 1991 può pregiudicare la definizione del confine. Oppure, in alternativa, si può chiedere ai servizi giuridici della Commissione europea di valutare i documenti negoziali croati contestati dalla Slovenia e la cui esistenza aveva provocato, lo scorso dicembre, lo stop sloveno al processo di avvicinamento della Croazia all'Ue. «Se Bruxelles dovesse giudicare che non pregiudicano il confine, Lubiana può tranquillamente togliere il blocco, se invece sarà giudicato che possono pregiudicare le frontiere, Zagabria è disposta a ritirarli» ha dichiarato Sanader. Il contenzioso confinario sloveno-croato riguarda sia il confine marittimo che quello terrestre e risale al 1991, anno dell'indipendenza dei due Paesi.

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