Stralcio dall'articolo "La paranoia del confine" apparso sul n. 200 de "La nuova Voce Giuliana" (organo dell'Associazione delle Comunità Istriane) a firma del Direttore Sergio Tomasi.
Quanto infelice è quel titolo riportato a pag. 17 di marzo-aprile 2009 del periodico dell’Unione degli Istriani in cui si stigmatizza “la gravissima crisi interna dell’Associazione ANVGD!”.
E’ come dire: facciamoci del male e, con soddisfacente sadismo, ci sentiremo pienamente appagati. Intanto, diciamolo, i componenti delle diverse consorelle Associazioni degli esuli non sono “altri” perché altri siamo noi stessi che esistiamo ed operiamo con le stesse finalità e per la stessa gente provata dalla stessa sorte dell’esodo. Caso mai le strade sono divergenti, dovute anche a posizioni personalistiche, ma tutte le strade “conducono a Roma” specialmente quando si tratta di sedersi attorno ad un tavolo per trattare su quei dieci punti che concordemente sono stati posti all’Ordine del Giorno.
L’Associazione delle comunità Istriane è del parere che, se ci fossero panni sporchi, questi dovrebbero venir lavati ognuno in casa propria ed esposti ad asciugare belli, bianchi, trasparenti e uniti per ottenere con più determinazione dalla controparte consensi e risultati in favore di chi si rappresenta.
Abbiamo preso atto, e ci congratuliamo con il neoeletto “Sindaco” del Libero Comune di Pola, quando nel suo discorso programmatico ha auspicato che la coesione ed armonia e spirito di servizio possano prevalere in tutte le Associazioni degli esuli istriani fiumani e dalmati, nessuna esclusa, per conseguire unità di intenti e di azioni.
In tal senso vorremmo orientare la nostra diffusione mediatica tra la nostra gente stanca e sfiduciata.