SPALATO – Sei morti e una cinquantina di feriti, di cui venti gravi: è questo il bilancio del deragliamento di un treno ad assetto variabile con 90 passeggeri a bordo, verificatosi alle 12,07 alle spalle dei Castelli spalatini (Kaštela). Il pendolino, come comunemente viene definito questo tipo di convoglio, era in viaggio da Zagabria a Spalato, quando è uscito dai binari tra Labin Dalmatinski e (Castelvecchio) Kaštel Stari. Nel duplice impatto impatto contro un muro una carrozza si è spezzata a metà. Le Ferrovie dello Stato (HŽ) hanno subito inviato sul posto le squadre di soccorso, mentre sono giunti tempestivamente una decina di veicoli, tra ambulanze, agenti di polizia, Vigili del Fuoco, della Direzione nazionale per la tutela e il salvataggio e le squadre del Soccorso alpino di Spalato e di Zagabria. Alcuni abitanti del posto si sono subito avvicinati per aiutare i viaggiatori del pendolino rimasti feriti. A causa dell'incidente la linea Knin-Spalato è stata interrotta e sono state introdotte linee alternative di pullman per il trasporto dei passeggeri. Le prime notizie ufficiose provenienti dal luogo in cui è deragliato il convoglio ICN 521 parlavano di almeno 5 morti e una cinquantina di feriti, tra i passeggeri nostrani e stranieri. Il Centro Clinico Ospedaliero di Spalato è stato subito messo in stato di allerta, in attesa dell'arrivo dei feriti trasportati dalle ambulanze provenienti, oltre che da Spalato, anche da Traù e dai Castelli spalatini. Il direttore del CCO, Dujomir Marasović, ha richiamato in servizio tutti i medici che erano in ferie. Circa due ore dopo l'incidente all'ospedale è giunto un pullman con a bordo una cinquantina di passeggeri del pendolino, feriti lievemente o sotto choc. I feriti più gravi erano quelli rimasti intrappolati tra le lamiere, per cui bisognava attendere che i Vigili del Fuoco aprissero dei varchi nelle carrozze. A mano a mano che le ambulanze confluivano, la situazione si presentava in tutta la sua gravità. Il primario di chirurgia, Vedran Radonjić, ha commentato che “tanti feriti li avevamo solamente in tempo di guerra”, confermando che al momento (alle 14,30 circa) erano quattro i feriti gravi giunti dal luogo dell'incidente e per i quali si stava valutando se bisognava sottoporli a intervento chirurgico. I rapporti dal luogo dell'incidente alla stessa ora indicavano che erano 6 i passeggeri deceduti nel deragliamento. Alle 15 circa i medici lottavano per salvare la vita a due dei 4 feriti gravi, mentre il primario di chirurgia invitava la popolazione a donare il sangue. Le persone ferite lievemente sono state trasportate agli ospedali dei Castelli spalatini e di Traù, mentre i pazienti più gravi sono stati trattenuti al CCO di Spalato. Uno dei feriti lievi, un giovane di Koprivnica, ha spiegato che durante il viaggio il convoglio ha iniziato a dondolare. “Nessuno però ci ha fatto caso, sinché non abbiamo cominciato a inclinarci sempre più. Poco dopo dagli altoparlanti è giunta la voce del macchinista, il quale ci informava che i freni non rispondevano. Abbiamo subito azionato i freni di emergenza di ogni carrozza, ma gli sforzi sono stati inutili. Qualche attimo dopo, il treno è uscito dalle rotaie: si è sentito un gran fragore e un forte urto. Io ho battuto la testa, non so con esattezza contro che cosa”. Tra le corsie dell'ospedale spalatino si è diffusa la voce che poco prima dell'incidente gli addetti delle Ferrovie avesseero pennellato le rotaie con una sostanza diserbante e che ciò possa essere stata la causa del deragliamento, perché l'untuosità della sostanza avrebbe impedito ai freni di funzionare, viste le rotaie sdrucciolevoli. Nel primo pomeriggio il portavoce della Questura di Spalato, Marina Kraljević Gudelj, ha dichiarato che il bilancio ufficiale della tragedia è di sei morti e 40 feriti. Inoltre, ha specificato che gli inquirenti stavano ancora espletando i rilievi del caso sul luogo dell'incidente. Sinora questo è il peggior incidente ferroviario in Croazia. Cinque anni fa, l'esperto tedesco di incidenti ferroviari Vatroslav Grubišić aveva indicato che i pendolini delle Ferrovie croate non erano stati testati sulle rotaie croate e che esisteva il sospetto che tali convogli fossero stati costruiti in base a norme di sicurezza non sufficienti.