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Quando Capodistria era ancora un’isola (Il Piccolo 30 lug)

di NIKI ORCIUOLO

Doppiata Punta Grossa, si entra nell’ampia baia di Capodistria. La cittadina istro-veneta è, stranamente, alquanto trascurata dai diportisti nautici e tagliata fuori quando questi, recandosi in crociera in Istria e Dalmazia, impostano la rotta direttamente verso Umago, primo porto dove poter effettuare l’entrata in barca in Croazia; ma per quelli che si accontentano di navigare per puro piacere nel Golfo a due passi da casa, una sosta nella bella città costiera, risulterà certamente molto interessante. Si potrà cercare un ormeggio temporaneo al Porto Vecchio, protetto da due moli segnalati da fanali, utilizzando i gavitelli presso il molo sud. Fate comunque attenzioni ai fondali che decrescono da 4 a 1,5m. Come alternativa si può chiedere un ormeggio nel vicino Marina Koper che si trova più a nord tra il Porto Nuovo e quello Vecchio ed è ben protetto da una diga a gomito e un molo.

Capodistria era un’isola e tale rimase fino al 1825, quando vennero bonificati i terreni circostanti, eliminate le saline e il nucleo storico sulla collina fu collegato alla terraferma. Originariamente l’isola si presentava come un luogo disabitato su cui venivano fate pascolare le capre, da cui il nome che le diedero i Romani: Capris o Capraria Insula. Durante il periodo bizantino, in onore dell’imperatore GiustinianoII, fu ribattezzata Justinopolis ma, nel 13° secolo, dopo che i Patriarchi di Aquileia la promossero a capoluogo dei loro domini istriani, il suo nome cambiò ancora in Caput Histriae che diventò ben presto Capodistria quando nel 1279 la cittadina si unì alla Serenissima seguendone, per oltre 500 anni, la sua storia. L’aspetto dunque è rimasto quello di un centro storico veneziano ricco di chiese, fontane e palazzi ora in gran parte in via di recupero dopo decenni di abbandono.

Il vantaggio estetico, per chi vi giunge dal mare, è che si riescono, almeno in parte, ad evitare molti degli orribili casermoni creati nel passato dallo stato jugoslavo nonché lo sfrenato fiorire dei molti centri commerciali. Passeggiando nel centro storico e salendo per le strette e tortuose stradine dalle rive all’area pedonale dominata dal prezioso Palazzo dei Pretori e dalla Cattedrale, vi immergerete in un appagante scenario veneziano gotico-rinascimentale. Se invece rimarrete insoddisfatti o delusi dalla visita non vi resterà, prima di ritornare alla vostra imbarcazione, altra alternativa che infilare una “denonzia” nella “bocca del leone” che trascorsi alcuni secoli, si trova ancora, un po’ sdentata, sotto un arcata a pochi passi dalla piazza principale.
 

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