Il presidente croato Stjepan Mesic ha recentemente affermato di voler rimuovere i simboli religiosi dagli uffici pubblici, in nome del principio della laicità dello stato. Intervistato dalla radio croata, ha affermato che “i simboli religiosi non hanno il loro posto nelle istituzioni statali. […] siamo uno Stato laico e penso che ciò dovrebbe entrare in vigore”. La polemica tra il presidente e il clero croato va avanti ormai da tempo: Mesic in particolare accusa la Chiesa di ingerenze politiche e di promuovere ideologie di estrema destra.
In seguito alle recenti dichiarazioni pubbliche di Mesic è scattata quindi la reazione della Chiesa locale, che non gradisce l’eventuale rimozione di crocefissi e altri simboli cattolici: il settimanale dell’arcivescovado di Zagabria ha persino definito il presidente “alto traditore”. Mesic ha risposto facendo notare che la Chiesa croata ha molti privilegi (si parla ad esempio di 37 milioni di euro l’anno dallo stato) e che “costruisce imponenti edifici e poi si affitta le proprietà”. Il settimanale dei vescovi croati con un altro recente editoriale ha attaccato ancora Mesic, auspicando che il prossimo presidente sia “sano e psicologicamente equilibrato” e invitando i fedeli a pregare affinchè ciò avvenga. Mesic avrebbe così commentato le recenti dichiarazioni l’arcivescovo della diocesi di Spalato e Makarska, Barisic Marin: “Non vedevo un tale odio sul volto di un uomo da un sacco di tempo e soprattutto non sul volto di un arcivescovo”.