TRIESTE «C’è chi se ne occupa, ma siccome alla fine non si risolverà mai niente, lasciamo perdere». Preferisce tagliare corto, sulla questione dei beni abbandonati e dei risarcimenti: Ottavio Missoni sceglie di evitare qualsiasi frecciata polemica su un argomento molto delicato, preferendo liquidare il tutto in breve, con una frase e il solito, consueto sorriso. Il noto stilista italiano, d’altro canto, è fatto così. Basti pensare alla risposta che lui, nominato sindaco del libero comune di Zara in esilio nel 1988 e confermato successivamente, diede a Gianfranco Fini quando, qualche anno fa, l’attuale presidente della Camera si scusò a nome del Paese per aver dimenticato gli esuli giuliani per tanti anni: «Quel giorno ghe gavevo dito: se te speti ancora un poco, a chi te ghe chiederà scusa?». Ironico e pungente, come sempre.
Il raduno triestino di quest’anno è arricchito anche dalla possibilità di fare tappa al nuovo Museo della civiltà istriana, fiumana e dalmata, in via Torino, per un primo assaggio: «Sono curioso di vederlo – osserva con entusiasmo Missoni – ma potrò dire cosa ne penso solo dopo che l’avrò visitato. Di sicuro, è un bene che ci sia, perché – conclude – in questo modo i documenti e i fatti che ci hanno interessati restano nella storia». (m.u.)