E’ stata recentemente inaugurate alla Galleria Rettori Tribbio 2 di Trieste la mostra personale della pittrice di origine dalmata Gabriella Giurovich, intitolata Nuove rifrazioni, visitabile fino al prossimo 25 settembre. Artista di talento e di raffinata perizia tecnica, Giurovich espone una trentina di opere recenti realizzate a tecnica mista tra il 2008 e il 2009. Il colore, la luce e il sentimento sono protagonisti della pittura di Gabriella Giurovich – scrive Marianna Accerboni, curatrice della mostra – racchiusi in un’arte di riflessione e nel contempo di slancio: riflessione nei confronti della vita in senso lato e in senso contemporaneo, in cui protagonista costante è la figura umana, spesso raccolta in gruppi. Attraverso tale modulo, che si ammanta di un gesto pittorico liberissimo e convincente, di matrice espressionista, la Giurovich affronta temi toccanti e di forte impatto emotivo come per esempio la Shoah, simbolizzata da corpi che escono dal fuoco o sono prostrati nel dolore: una visione che potrebbe risultare totalmente apocalittica, se il raggio di luce, che caratterizza di consueto la sua pittura, non illuminasse l’azione e l’atmosfera, donando a quest’ultime il coraggio della speranza.
Funzionario della Polizia di Stato e pittrice valente, autrice di tecniche miste dai colori sintonici e raffinati e dai contrappunti molto personali, la Giurovich sa compendiare una visione intensa e a volte drammatica della vita, colta anche nei suoi aspetti più crudi, con l’umanissima percezione e attitudine alla positività.
In termini stilistici la sua figurazione – conclude il critico – che frequenta i parametri, le soluzioni e gli sviluppi dell’espressionismo figurativo tedesco, iniziato ai primi del novecento dal pittore norvegese Edward Munch, attivo all’epoca anche in Germania, si addolcisce in una maniera più soave e fiduciosa. E ci offre il racconto di una realtà esplicitata anche attraverso i simboli, in cui è raccolto il pensiero d’avanguardia della mitteleuropa del novecento, sviluppatosi nelle Accademie di Monaco e di Vienna parallelamente all’analisi introspettiva condotta da Freud, ma nel cui ambito circola anche la magica fascinazione di Chagall: un’artista davvero speciale che sa raccontare in modo del tutto personale una memoria di vita che tocca i temi della storia, dello sport e dei codici d’onore, esprimendo il suo pensiero pittorico mediante un simbolismo cromatico che si palesa attraverso un segno articolato ed essenziale, avvolto in una sorta di ricordo onirico.
Gabriella Giurovich, triestina di origini dalmate, nata a Brennero, oggi vice questore aggiunto, dirige il Commissariato di Polizia di Muggia e disegna da sempre. Dal 1990 si è dedicata all’arte con maggiore intensità e da alcuni anni ha scoperto il colore e il suo significato espressionista,. Formatasi frequentando i corsi di nudo di Giorgio Cisco e di Raffaella Busdon e più di recente il laboratorio di Franco Chersicola, affronta oggi in pittura con grande maestria il tema del rapporto con l’altro. Ha ricevuto vari riconoscimenti: in particolare nel 2008 da un suo bozzetto intitolato “8 marzo” è stato tratto il manifesto per la collettiva organizzata sul tema alla Sala Comunale d’arte di Muggia e la Galleria d’Arte moderna di Torino l’ha premiata nell’ambito di un concorso internazionale con una mostra personale.
(fonte www.arcipelagoadriatico.it)