di FRANCESCO FAIN
«Sono strabiliata. La risposta del segretario di Stato Igor Jakomin lasciava intravvedere la possibilità di un’abolizione della ”vignetta” ma, evidentemente, hanno pensato di fare dietrofront. Chiederò un incontro al ministero dei Trasporti sloveno: urge un chiarimento di carattere tecnico».
Non se l’aspettava Maria Teresa Bassa Poropat. Il presidente della Provincia già pregustava il successo dello stop all’odioso e odiato pedaggio: poteva diventare un’eccezionale successo personale dopo i tentativi (tutti falliti) fatti già lo scorso anno dal Comune e dalla Provincia di Gorizia, ma le notizie che rimbalzano da Lubiana non sono certamente positive. «Dicono che ci invieranno un’ulteriore missiva in cui spiegheranno le ragioni del ”no”? Sino ad oggi non è arrivato alcunché. Noi siamo aggiornati alla lettera del segretario di Stato Jakomin. Studieremo per bene la nuova documentazione e chiederemo un incontro al ministro sloveno dei Trasporti. Certo è che sono davvero sorpresa da questo sviluppo. Mi sembra che i contenuti della lettera che ci arrivata nei giorni scorsi fossero assolutamente chiari ».
Anche l’assessore provinciale alle Infrastrutture Vittorio Zollia è allibito. Due giorni fa brindava e invocava un tavolo tecnico per definire i termini dell’esenzione, oggi contesta le conclusioni di un Paese «con cui collaboriamo strettamente e con cui i rapporti sono ottimali».
«Nessuno ha mai preteso nulla, nessuno ha mai parlato di obblighi da parte della Slovenia – rimarca -. Ritenevamo che l’abolizione della vignetta fosse semplicemente una conseguenza del principio di reciprocità visto che la circolazione sulla grande viabilità triestina è gratuita per tutti sino al Lisert. Per questo, la prima risposta di Lubiana ci sembrava assolutamente logica». Zollia non entra soltanto nel merito ma critica anche la forma. «Forse, era meglio che prima di convocare i giornalisti, il governo di Lubiana ci facesse pervenire la lettera. È una questione di sensibilità».
Già pronto ad adire alle vie legali il sindaco Roberto Dipiazza. «Stiamo per affidare l’incarico all’avvocato Paolo Sardos Albertini di seguire la vicenda. Nel Trattato di Osimo, ovviamente, non si parla di ”vignetta” ma la questione l’ho studiata a fondo quando, davanti agli imponenti lavori della Grande viabilità, avevo pensato a un mini-pedaggio per completare l’opera. Un’iniziativa poi venuta meno: noi non possiamo venire oltre il Lisert, serve una zona-cuscinetto, ma loro devono fare altrettanto».
Ed è qui che il primo cittadino affonda il colpo. Con decisione. «Se è valido ”di qua”, deve essere valido anche ”di là”. Non capisco come si possano applicare i vecchi trattati solo per le parti che interessano. Noi abbiamo perso le terre e loro mettono la vignetta». Altro che principio di reciprocità.