L’Italia, come ho sempre sostenuto, deve gratitudine eterna ed infinita a quelle donne e uomini che hanno perso la loro vita o hanno rischiato di perderla nella resistenza partigiana per liberare il Paese dal gioco della dittatura nazifascista. Ecco perché a Gorizia si celebra il 25 aprile, perché siamo in Italia, quella Italia alla quale i partigiani comunisti titini volevano sottrarre la Venezia Giulia, dopo averla occupata e sottoposta a deportazioni. Il loro obiettivo era quello di assoggettare Gorizia e Trieste al regime comunista (quello stesso regime totalitario condannato dal Parlamento Europeo) che ha mietuto centinaia di migliaia di vittime al di qua ed al di là dell’attuale confine.
Grande è la nostra vicinanza alla popolazione slovena – siamo uniti a Nova Gorica dalla Capitale europea della cultura 2025 – per il dolore e sofferenze provocate loro sia dal fascismo che dal comunismo titino.
Il 25 aprile è stato scelto convenzionalmente in Italia per festeggiare la liberazione dal nazifascismo. Gorizia, come peraltro anche Trieste, ha scelto il 12 giugno per festeggiare la sua liberazione dalla feroce occupazione da parte dei partigiani comunisti filo Jugoslavia.
Spiace che ANPI Gorizia continui a mistificare il 25 aprile goriziano e non riconosca ciò che la storia ha ampiamente acclarato, ovvero che quei partigiani titini siano entrati a Gorizia non già per liberarla bensì per occuparla ed assoggettarla ad un regime totalitario. Oltre 700 donne e uomini goriziani, tra i quali anche sindacalisti ed antifascisti, sono stati deportati senza mai fare ritorno alle loro famiglie, solo perché avrebbero potuto ostacolare il disegno annessionistico di Tito.
Il 25 aprile deve essere la giornata della Liberazione nazionale e non di una sola parte politica; altrettanto il 12 giugno deve essere la giornata della liberazione della Venezia Giulia.
La Storia va insegnata e non celata o mistificata.
Non attraverso il negazionismo o il giustificazionismo si cresce ma attraverso l’insegnamento di ciò che è accaduto perché non accada mai più.
Grande gratitudine voglio esprimerla al Presidente della nostra Repubblica Sergio Mattarella per il suo intervento svolto il 10 febbraio scorso in occasione del Giorno del Ricordo laddove, tra l’altro, affermò:
La furia dei partigiani titini si accanì, in modo indiscriminato ma programmato, su tutti: su rappresentanti delle istituzioni, su militari, su civili inermi, su sacerdoti, su intellettuali, su donne, su partigiani antifascisti, che non assecondavano le mire espansionistiche di Tito o non si sottomettevano al regime comunista.Le violenze anti-italiane, nella maggior parte dei casi, non furono episodi di, inammissibile, vendetta sommaria. Rispondevano piuttosto a un piano preordinato di espulsione della presenza italiana.
(…) Nessuno deve avere paura della verità. La verità rende liberi. Le dittature – tutte le dittature – falsano la storia, manipolando la memoria, nel tentativo di imporre la verità di Stato.
(…) Per molte vittime, giustiziate, infoibate o morte di stenti nei campi di prigionia comunisti, l’unica colpa fu semplicemente quella di essere italiani.
Sono certo che la popolazione italiana e quella goriziana vogliano questo e sono certo che il tempo sia sempre galantuomo.
Rodolfo Ziberna
Sindaco di Gorizia
Componente dell’Esecutivo nazionale dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia
Sindaco di Gorizia
Componente dell’Esecutivo nazionale dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia
*