Il risalto crescente che il Giorno del Ricordo sta ottenendo presso l’opinione pubblica, la stampa, la divulgazione storica, la ricerca scientifica e l’istruzione scolastica porta necessariamente ad affrontare tematiche connesse alla storia del confine orientale italiano pure in occasioni differenti dalla rituale ricorrenza del 10 Febbraio.
8 settembre: nella Venezia Giulia ed in Dalmazia si scatena la prima ondata di stragi nelle foibe compiute dai partigiani comunisti di Tito, nel resto d’Italia inizia la lotta di Liberazione nazionale.
2 giugno: le prime elezioni in Italia a suffragio universale per l’Assemblea Costituente e per il Referendum istituzionale cui i cittadini del collegio elettorale di Gorizia, Trieste, Pola, Fiume e Zara non possono partecipare.
25 aprile: l’insurrezione generale nelle città dell’Italia settentrionale, la vigilia dell’occupazione da parte delle truppe jugoslave nella Venezia Giulia e a Fiume (Zara aveva già pagato il pesante tributo delle “foibe azzurre”).
Nelle riflessioni che hanno anticipato il 25 Aprile 2023 ci sono finalmente stati riferimenti anche alla questione giuliana ed alle stragi che caratterizzarono l’immediato dopoguerra nei Quaranta giorni di occupazione jugoslava e non solo.
In particolare segnaliamo un’intervista allo storico Gianni Oliva, il punto di vista dell’Associazione Partigiani Cattolici e, tratti dal Corriere della Sera, gli interventi del Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara e del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni nonché l’intervista all’ex Presidente della Camera dei Deputati Luciano Violante.
Lorenzo Salimbeni
Responsabile comunicazione dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia
Cronaca Qui – 23/04/2023