La donna come protagonista della società globale. Lo zaino come simbolo di un viaggio che può anche essere un cambiamento di vita che non comporta trasferimenti. Da questi spunti è nato il blog “Donne con lo zaino” in cui Patrizia D’Antonio e Raffaella Gambardella hanno cominciato a delineare profili femminili che poi sono confluiti nella pubblicazione “Donne con lo zaino. Storie di donne sempre in cammino” (Elliot, Roma 2021). Ha fatto seguito “Donne con lo zaino. Vite in cammino” (Elliot, Roma 2023) che è stato presentata dal Comitato provinciale di Roma dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia lunedì 15 maggio alla Casa del Ricordo.
Introducendo l’evento, Maria Grazia Chiappori (componente dell’esecutivo dell’Anvgd Roma) ha ricordato che a fine Ottocento, quando si è cominciato a parlare di emancipazione, nell’Adriatico orientale le donne già rivestivano ruoli all’avanguardia anche grazie ai privilegi di cui godevano nell’Impero austro-ungarico (scuole pubbliche ed alfabetizzazione precoce anche per le fasce sociali meno agiate). Tanto per far dei nomi, insegnanti come Gemma Harasim e Giuseppina Martinuzzi, attive rispettivamente in ambito culturale e sociale, oppure operatrici culturali come Amalia Besso che fu attiva nella Roma di fine Ottocento.
Raffaella Gambardella ha quindi ricordato che il blog da cui tutto è partito si era avviato e sviluppato grazie al suo compagno Antonio Fanella, docente venuto recentemente a mancare che frequentava assiduamente le attività della Casa del Ricordo facendola scoprire pure a lei. E da questa frequentazione è nata ad esempio l’intervista a Donatella Schürzel, presidente dell’Anvgd romana e vicepresidente nazionale dell’associazione, in cui sono emerse le passioni, le ricerche, gli interessi ed il profondo amore per l’Istria che caratterizzano la sua vita sempre fitta di impegni: «una scheggia la si definirebbe a Roma» ha specificato la Gambardella prima che Giuseppe Mariani leggesse parte di quest’intervista presente nel libro.
«Inizialmente il nostro blog doveva raccontare un viaggio – ha quindi spiegato Patrizia D’Antonio – ma poi è saltato tutto causa lo scoppio della pandemia. Su impulso di Antonio Fanella abbiamo cominciato invece a pubblicare le interviste che abbiamo fatto, dalla portinaia sotto casa alla dottoressa, passando per un’enigmatica pescatrice francese, dando così voce a protagoniste nomadi ed erranti» Nell’accezione delle autrici, le donne erranti si differenziano dalle nomadi in quanto hanno una residenza fissa alla quale fare ritorno, ma sono perennemente in viaggio.
I libri hanno quindi attinto dal blog omonimo che ha raccolto nel tempo straordinarie storie di donne: alcune sono nate da incontri fugaci ma intensi, altre sono il frutto di una conoscenza pluridecennale e di amicizie profonde, talune sono tratteggiate con brevi pennellate, altre descritte con minuzia di dettagli. Mariani ha letto ancora brani di interviste man mano che si è fatto cenno ad altre persone che sono state intervistate e raccontate dalle autrici, il cui impegno è stato molto apprezzato dal pubblico, nel quale era presente una “quota azzurra” insolitamente cospicua rispetto a precedenti presentazioni di “Donne con lo zaino”.
Lorenzo Salimbeni