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Bologna. Segnan: gli Esuli sono con noi

Il presidente dell’ANVGD di Bologna Marino Segnan ha rilasciato una intervista al sito www.arcipelagoadriatico.it del CDM di Trieste, a cura di Rosanna Turcinovich. La riportiamo integralmente, ringraziando il Centro di Documentazione Multimediale.
Targa di Bologna. Verrà inaugurata il 10 Febbraio, alla presenza del sindaco Sergio Cofferati, di alti esponenti delle associazioni degli Esuli, di ospiti. Ricorderà che:
“Nel  corso  del  1947 da questa stazione passarono i convogli che portavano esuli  istriani,  fiumani  e  dalmati: italiani costretti ad abbandonare le loro  case  dalla  violenza  del  regime  nazional-comunista  jugoslavo e a pagare,   vittime   innocenti,  il  peso  e  le  conseguenze  della  guerra d’aggressione intrapresa dal fascismo. Bologna seppe passare rapidamente da un  atteggiamento  di  iniziale incomprensione a un’accoglienza che è nelle sue  tradizioni,  facendo suoi cittadini molti di quegli esuli.  Oggi vuole ricordare quei momenti drammatici della storia nazionale”. Bologna 1947-2007. La firma è del Comune di Bologna e dell’A.N.V.G.D.
Un’iniziativa partita quasi come una scommessa, mossa dall’entusiasmo di gente di buona volontà, poi gonfiata con una polemica su forma e contenuto della frase che è frutto di un lungo e paziente lavoro “per fare in modo – racconta Marino Segnan, Presidente del Comitato locale ANVGD e consigliere nazionale della stessa associazione – di mettere d’accordo le tante anime che concorrono a rendere questo momento fondamentale e pregnante. Volevamo, infatti, qualcosa di condiviso, anche per questo erano stati coinvolti i nostri soci. Come spesso succede, chi non è d’accordo, invece di confrontarsi, cerca alleati per dare battaglia. Comunque stiamo andando avanti, anche perché le ragioni per farlo, superano ogni possibile desiderio di contrasto”.
Ma che cosa significa per gli esuli di Bologna questo momento?
“A livello sociale e politico, è una grande opportunità per uscire dal silenzio nel quale siamo stati relegati per decenni. A Bologna, parlare delle nostre questioni nel passato era impossibile. Ora che si stanno aprendo le porte sarebbe assurdo autolimitarci, costringerci al silenzio per una sorta di ripicca con il mondo che ci circonda. Se umanamente certi atteggiamenti si possono anche capire, dal punto di vista dell’impegno no, è nostro dovere civile portare avanti le nostre istanze e rendere visibile la nostra presenza, sarebbe assurdo tirarci indietro proprio adesso”.
L’interesse di Bologna, è un caso isolato?
“Assolutamente ne, e forse è questo il grande risultato che stiamo ottenendo. Ferrara ci ha chiesto di portare a Palazzo dei Diamanti la mostra sulla nostra storia che il Comitato ANVGD aveva promosso qualche tempo fa. L’esposizione che si inaugura il 7 febbraio sarà visitabile fino al 21. Siamo stati chiamati a parlare in Provincia e nella località di Cento. All’inizio sembrava che il Sindaco di Bologna non potesse presenziare alla cerimonia, mentre ora ci ha fatto sapere che sarà con noi. L’11 febbraio, poi, ci ritroveremo davanti al cippo nel parco dedicato ai Martiri delle Foibe. Di fronte a tutto ciò, non possiamo rifiutarci di rispondere. Se il Giorno del Ricordo deve servire per far conoscere alla Nazione la nostra storia, la nostra cultura, la nostra civiltà, a Bologna stiamo andando nella giusta direzione”.
La reazione delle gente?
“Il Comitato si è attivato senza riserve, un grazie particolare a Rina Naddi che non mi ha mai lasciato solo. E poi, devo dire che ci sono tante persone che telefonano per esprimere la loro solidarietà, credo sia la cosa più bella che poteva succedere: ora sanno e il rispetto cresce. Poi ci gratifica l’aspetto ufficiale. La targa è stata realizzata dal Comune ed abbiamo avuto il permesso delle Ferrovie dello Stato. Per noi, che a Bologna stentavamo ad esistere, è un grande momento, questo lo dovrebbero capire tutti, cercare di calarsi nella realtà che noi abbiamo vissuto e, se possibile, darci una mano”.
Tra gli esuli di Bologna ci sono anche quelli che erano sui treni, quale la loro reazione?
“Molti non ci sono più, ma la commozione dei loro figli e nipoti e il loro coinvolgimento, ci gratifica. Ricordiamoci che di questi episodi si sa poco, ne aveva scritto qualcosa solo Padre Rocchi, ne ha parlato Lino Vivoda, che su quel treno c’era. Questo momento serve anche per fare chiarezza, per approfondire la conoscenza di quei momenti, è un impegno che la storia esige da noi tutti, la targa rappresenta il primo passo. Spero possa essere un momento solenne, di raccoglimento, un esempio di quella civiltà che ci portiamo dentro, io, da buon fiumano, gli altri come me da buoni istriani o dalmati”.
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