Il grottesco è da sempre una caratteristica dei rapporti diplomatici nel Sud-Est europeo tanto che l’aggettivo «balcanico» è diventato oggetto di censura lessicale.
In questi giorni il presidente croato Mesic, in visita a Zara, ha minacciato di porre nel nulla il trattato di Osimo se le acque territoriali croate non confineranno, per colpa della Slovenia, con quelle italiane al largo di Punta Salvore. Per gli esuli giuliano-dalmati andrebbe benissimo perchè rimetterebbe tutto in discussione.
A cominciare dai 35 milioni di dollari di oltre trent’anni fa che la Croazia riconosce all’Italia come unica forma di risarcimento delle proprietà private degli esuli italiani espropriate e incamerate dalla ex-Iugoslavia, di cui Zagabria rifiuta la restituzione.
Il presidente sloveno Pahor a sua volta minaccia le sue dimissioni se il negoziato con la Croazia dovesse fallire, per colpa di un codicillo aggiuntino che Zagabria avrebbe incollato alla bozza di accordo. Questa dei codicilli non concordati è un’altra costante nelle trattative condotte con metodi non trasparenti.
Per colmare la misura l’ex presidente americano Clinton, in visita a Lubiana per combattere il global warming, ha annunciato che comunque tra quarant’anni tutte le coste istriane saranno sommerse dall’Adriatico e cesserà così ogni materia del contendere!
La Presidenza ANVGD