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05 nov – Presidente serbo: il mio popolo ama l’Italia

L'importanza dell'appoggio dell'Italia alla Serbia sotto l'aspetto politico, economico e dello sviluppo tecnologico è stato sottolineato dal presidente serbo, Boris Tadić, che ha ringraziato il governo di Roma, e il ministro degli Esteri, Franco Frattini, in particolare, per il sostegno attivo e costante agli sforzi di integrazione europea di Belgrado. In una lunga intervista concessa all'ANSA in vista del vertice italo-serbo in programma il 13 novembre prossimo a Roma, Boris Tadić ha parlato di "cooperazione strategica" con l'Italia e dell'importanza che l'ulteriore rafforzamento della collaborazione con la Fiat potrà avere per lo sviluppo tecnologico in Serbia. "A quanto mi risulta, quello dei prossimi giorni sarà il primo vertice ai massimi livelli tra l'Italia e un Paese dei Balcani, e di questo noi in Serbia siamo fieri perché per noi l'Italia è un Paese di grande importanza e un nostro stretto vicino", ha detto Boris Tadić. Il summit di Roma, ha aggiunto, sarà una significativa "occasione per aprire un dialogo con il governo italiano su temi di cooperazione strategica quali le comunicazioni, l'industria dei macchinari, l'energia, la collaborazione tra le regioni".

Ringraziamento particolare al ministro Frattini

"In tutti questi campi, Italia e Serbia hanno un potenziale straordinario in fatto di collaborazione, e proprio per questo riteniamo estremamente importante e utile il prossimo vertice bilaterale". "Voglio ringraziare in particolare il ministro Frattini, il governo e lo Stato italiano per il sostegno eccezionale all'integrazione europea della Serbia", ha sottolineato il presidente Boris Tadić, il quale ha detto di auspicare che il Parlamento italiano possa essere tra i primi a ratificare l'Accordo di associazione e stabilizzazione tra Belgrado e l'UE dopo il suo scongelamento. L'Olanda, unico tra i 27 Paesi dell'Unione europea, si oppone allo sblocco di tale accordo, passo importante sulla strada verso l'adesione all'Europa unita, fino a quando Belgrado non arresterà e non consegnerà al Tribunale penale dell'Aja Ratko Mladić, l'ex capo militare dei serbi di Bosnia ricercato per genocidio e crimini contro l'umanità.
Boris Tadić ha inoltre dato atto al ministro degli Esteri, Franco Frattini, di aver svolto un ruolo determinante – anche nel suo passato incarico di commissario europeo – nella decisione dell'UE di abolire, a partire dal prossimo gennaio, l'obbligo dei visti per i cittadini serbi diretti nei paesi dell'Unione europea.

Entro l'anno la domanda di adesione all'UE

Nei giorni scorsi il ministro Frattini ha invitato la Serbia a presentare al più presto formale domanda di adesione all'Unione europea, nonostante l'opposizione dell'Olanda. Il presidente non ha escluso che la domanda di adesione venga presentata entro la fine di quest'anno. "Attualmente stiamo esaminando con molta attenzione la data più opportuna per la presentazione ufficiale della nostra candidatura all'UE, ed è molto probabile che ciò avvenga entro la fine dell'anno", ha detto. Riferendosi quindi alla presenza della Fiat in Serbia, Boris Tadić ha sottolineato come i prospettati nuovi investimenti del gruppo torinese potranno avere effetti positivi sullo sviluppo tecnologico del Paese. "Noi seguiamo con molta attenzione il lavoro straordinario del presidente Sergio Marchionne e dei suoi collaboratori per l'ulteriore sviluppo tecnologico della Fiat", ha detto il presidente, che a margine del prossimo vertice italo-serbo si recherà anche a Torino dove verrà annunciato il nuovo modello che la Fiat produrrà negli stabilimenti di Kragujevac, dai quali attualmente esce la Punto.

Calcio, meglio «incontrarci in finale»

L'Italia – ha ancora detto Boris Tadić – è di grande importanza anche per la sua esperienza e per il successo delle piccole e medie imprese, "che le hanno garantito sviluppo e ricchezza". E con il presidente russo Dmitri Medvedev, ha aggiunto, ha parlato di recente a Belgrado di collaborazione energetica e del progetto South Stream, il gasdotto destinato a far arrivare il gas russo in Italia e che coinvolge anche i Paesi dei Balcani. "Italia e Serbia sono due Paesi molto vicini. Il popolo serbo ama l'Italia", ha concluso il presidente Boris Tadić, che alla domanda su come vedrebbe i due Paesi in uno stesso girone ai mondiali di calcio del prossimo anno in Sudafrica, ha risposto: "Io preferirei che ci incontrassimo in finale".

(da La Voce del Popolo del 4 novembre 2009)

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