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Il 4 novembre di Redipuglia (Il Piccolo 05 nov)

di PIER PAOLO GAROFALO

REDIPUGLIA «Ci sono uomini e donne, animati da grandi ideali e grande forza d'animo che la pace la costruiscono e difendono con sacrificio e con coraggio in ogni parte del mondo. Lo fanno ogni giorno migliaia di soldati italiani che portano alto l'onore della nostra bandiera, schierati dai Balcani al Libano, dall'Iraq all'Afghanistan per difendere la pace, la vita, i diritti umani, la democrazia, la libertà».

E' accorato, partecipe e ricco di riferimenti storici il discorso ufficiale, tenuto a nome dell’esecutivo, del sottosegretario all’Ambiente Roberto Menia ai piedi degli scaloni del Sacrario di Redipuglia in occasione della Festa dell’Unità nazionale e delle Forze armate.

La commemorazione, che ha visto lo schieramento di una brigata di formazione con reparti di ogni Forza armata agli ordini del generale Gianfranco Rossi, comandante della Brigata alpina Julia, ha raccolto circa 2mila persone oltre alle alte cariche militari e civili a livello nazionale e del Friuli Venezia Giulia.

L’esponente triestino del governo, pur ricordando i Caduti, della Grande guerra come quelli delle recenti missioni di pace, e citando il percorso storico che ha portato all’Unità della nazione, non ha mancato di riferirsi all’attualità e alle sue polemiche nel ripercorrere i valori fondanti non solo della Repubblica ma anche dell’Europa. Con chiaro riferimento alla sentenza della Corte Ue di Stasburgo sul Crocefisso nelle scuole. Senza citarlo.

«La caduta del Muro di Berlino ha segnato la fine dell'epoca dei totalitarismi che hanno dilaniato l'Europa e seminato morte, lutti, tragedie, ucciso la libertà e la dignità umana» ha affermato il sottosegretario. «Ora i nemici di un tempo si possono abbracciare sotto una bandiera comune – ha proseguito -, quella azzurra stellata che sventola accanto al nostro Tricolore. Nel rispetto delle identità nazionali e tradizionali, nel nome della pace e della libertà».

«Si tratta di valori – ha detto Menia riferendosi alle basi comuni dell'Europa – che stanno all'ombra delle croci che qui, come in altri mille luoghi d'Europa, denominano questa immensa scalinata che ricorda il Golgota. Croci che parlano di ”pax” e di ”pietas”, che nessuna Corte può permettersi di cancellare o dissacrare nel nome di una presunta giustizia senza storie e senza anima».

«Quella di oggi è una giornata di grande significato, nel ricordo dei nostri Caduti e nell'orgoglio delle nostre Forze armate. Non casualmente il 12 novembre il Senato approverà una legge che istituisce il Giorno della memoria nel ricordo di tutti i Caduti civili e militari» ha affermato il presidente del Senato Renato Schifani, massima autorità dello Stato ieri al Sacrario. «Nel ricordo – ha aggiunto ancora Schifani – di tutti i Caduti nelle missioni internazionali di pace approveremo questa legge proprio in quel giorno, in concomitanza con la data di Nassiriya». Schifani, che ha facilitato l’iter del provvedimento, di spirito bipartisan, al Senato, aveva effettuato la prima visita istituzionale al nostro contingente in Afghanistan pochi giorni dopo il sanguinoso attentato contro la «Folgore».

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