Comunicato del Presidente nazionale dell'ANVGD
Giunge la ferma presa di posizione del Ministro degli Esteri Frattini sulla produzione del cortometraggio « Trst je naš » (« Trieste è nostra »), che secondo quanto affermano il regista e i produttori vorrebbe essere una parodia del nazionalismo.
Se questa era l’intenzione, sembra sia stato raggiunto il risultato opposto, di gettare sale su una ferita purtroppo ancora aperta. Non è pensabile accostare l’ironia alla tragedia che ha coinvolto migliaia di italiani uccisi nelle Foibe o eliminati in altri modi feroci, sia durante i quaranta giorni di occupazione iugoslava di Gorizia, Trieste e Pola, sia per lunghi anni nel resto dell’Istria, a Fiume e in Dalmazia. Tra le vittime, oltre trenta sacerdoti, di cui uno, Francesco Bonifacio, beatificato un anno fa.
La valutazione delle qualità estetiche e cinematografiche del corto e delle implicazioni storiche potrà essere interamente espressa, naturalmente, una volta distribuito nelle sale. Ma è discutibile e infastidisce lo stesso titolo di quel corto, il grido fatto proprio da una minuscola associazione di fanatici che vorrebbe ancora Trieste città slovena e ne rivendica la restituzione alla «madrepatria». Risulta di pessimo gusto e inevitabilmente provocatorio, desta ovviamente la giusta indignazione dei triestini, dei goriziani e degli esuli giuliano-dalmati che ben ricordano la perdita dei loro cari in quegli anni terribili, che tolsero all’Italia un’intera regione costringendo all’esodo 350.000 persone.
Roma, 5 novembre 2009
On. Lucio Toth, Presidente nazionale ANVGD
(l'on. Lucio Toth, Presidente dell'Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia)