10 anni fa moriva Maria Pasquinelli, patriota del confine orientale

La commemorazione del Giorno del Ricordo è stata fissata al 10 Febbraio poiché in quella data nel 1947 l’Italia firmò a Parigi il Trattato di Pace che la privava tra l’altro di gran parte delle terre annesse al termine della Prima guerra mondiale. Ma in quel freddo giorno d’inverno entrò nella storia pure Maria Pasquinelli, una maestrina che freddò a pistolettate il Brigadiere generale Robert De Winton, comandante del presidio britannico di Pola, i cui abitanti, dopo la strage di Vergarolla del 18 agosto 1946 e la conferma della cessione alla Jugoslavia, stavano esodando in massa. La Pasquinelli, nata a Firenze il 6 marzo 1913, avrebbe ricevuto la condanna a morte poi commutata in ergastolo, quindi la scarcerazione ed il silenzio, fino al compimento dei cent’anni e 10 anni fa la sua morte.

Dopo essere stata crocerossina in Libia nella prima fase del conflitto, andò ad insegnare a Spalato nel 1941 in seguito all’annessione del capoluogo dalmata al Regno d’Italia, trovandosi lì nelle tragiche giornate successive all’8 settembre 1943. Assistette così a deportazioni, sparizioni e riesumazioni delle vittime della prima ondata di stragi compiute dai partigiani comunisti jugoslavi nei confronti dell’italianità adriatica.

Giunta fortunosamente a Trieste, Maria Pasquinelli scoprì che anche in Istria erano accadute stragi come quelle di cui era stata testimone e comprese la vastità del progetto espansionista jugoslavo. Entrò quindi a far parte di quel fronte articolato che stava prendendo corpo nella Venezia Giulia, in cui si intrecciavano partigiani “bianchi” della Osoppo, servizi segreti del Regno del Sud e reparti della Divisione Decima di Junio Valerio Borghese dai ranghi della Repubblica Sociale Italiana. Questo schieramento patriottico si contrapponeva al progetto espansionista titino, ai partigiani garibaldini, che all’appartenenza all’Italia destinata ad essere satellite degli angloamericani preferivano l’annessione alla Jugoslavia comunista, ed ai collaborazionisti sloveni, cui i gerarchi tedeschi della Operationszone Adriatisches Küstenland avevano lumeggiato il ritorno dei tempi dell’impero asburgico e quindi la riduzione ai minimi termini dell’elemento italiano. In questa complicata matassa la Pasquinelli, la quale aveva già visto cosa voleva dire l’arrivo dell’esercito partigiano di Tito e quale trattamento veniva riservato agli elementi di spicco delle comunità italiane, si adoperò per favorire contatti ed abboccamenti finalizzati a salvaguardare la sovranità italiana su queste terre contese, ma gli sviluppi del conflitto prima e della diplomazia in seguito vollero altrimenti.

Nell’immediato dopoguerra la Pasquinelli figurava retribuita come insegnante a Milano, invece era a Pola a collaborare nell’organizzazione che coordinava il massiccio esodo, presumibilmente con il benestare di qualche autorità a lei superiore. La sua iniziativa, però, affondava le radici in quell’intenso amor di Patria che aveva da sempre manifestato, al punto da fingersi un soldato e poter così raggiungere il fronte quando era crocerossina in Africa. Maria Pasquinelli quel 10 febbraio aveva addosso una lettera poiché, temendo la reazione della scorta di De Winton, avrebbe potuto essere uccisa e voleva lasciare una spiegazione della suo azione. In poche righe esprimeva un amore esasperato per l’Italia che l’aveva portata  colpire chi in quel momento rappresentava le grandi potenze che avevano deciso a tavolino in base a ciniche logiche di ridisegnare a loro piacimento i confini d’Europa. Sobria e fredda davanti alla corte che la giudicò, non chiese mai la grazia a coloro i quali continuò a considerare i nemici della sua Patria, visse distaccata e riservata il resto dei suoi giorni.

Lorenzo Salimbeni

Bibliografia:

Rosanna Turcinovich Giuricin, La giustizia secondo Maria, Pola 1947: la donna che sparò al generale brigadiere Robert W. De Winton, Del Bianco, Udine 2008.

Carla Carloni Mocavero, La donna che uccise il generale. Pola 10 febbraio 1947, Ibiskos, Empoli 2012.

Rosanna Turcinovich – Rossana Poletti, Tutto ciò che vidi. Parla Maria Pasquinelli 1943-1945 Fosse comuni, foibe, mare, Oltre, Sestri Levante 2020.

Enrico Miletto, Le due Marie. Vite sulla frontiera orientale d’Italia, Scholè, Brescia 2022.

Stefano Zecchi, Maria. Dal pantano è nato un fiore (illustrazioni di Giuseppe Botte), Ferrogallico, Milano 2023.

 

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