Nonostante il rincaro dei prezzi dovuto all’introduzione dell’Euro, il turismo in Croazia continua ad essere un settore trainante per l’economia nazionale e registra un aumento dell’11% nel computo delle presenze rispetto ad un anno fa.
Come ha rilevato il Ministro del Turismo Nikolina Brnjac, Umago, Parenzo, Rovigno e Medolino sono tra le 10 mete adriatiche più ambite, facendo dell’Istria il fulcro del settore turistico. Un settore che, però, richiede una nuova legislazione in cui «si punterà sull’elevamento della qualità dell’offerta, sui contenuti sportivo-ricreativi, sugli investimenti nel turismo nautico, sulla tutela dell’ambiente da interventi scriteriati, nonché sulla transizione verde e digitale. Uno degli obiettivi sarà quello di eliminare gli effetti del sovraffollamento turistico che ha un effetto dannoso sulla qualità della vita della popolazione locale». [Radio Capodistria – 30/07/2023]
Significative anche le cifre che riguardano l’afflusso turistico nella Bassa Istria riguardo i primi sette mesi del 2023: stando ai dati diramati dalle Pro Loco, solamente a Dignano si è riscontrata una leggera flessione nel computo dei visitatori, mentre Fasana si sta affermando come una nuova attrazione e Pola ha accolto meno tedeschi ma più italiani ed austriaci. [La Voce del Popolo – 03/08/2023]
Tuttavia sul quotidiano della comunità autoctona italiana in Istria, Carnaro e Dalmazia, La Voce del Popolo, un articolo ha recentemente evidenziato le contraddizioni di uno sviluppo economico legato esclusivamente al turismo le cui avvisaglie risalgono ai tempi della Jugoslavia: «Con l’arrivo del turismo, la bauxite, l’agricoltura, la pesca, le industrie locali, solo come esempio – l’Ampelea e la Fabbrica Tabacchi a Rovigno – sono stati abbandonati o delocalizzati. Il turismo nel suo periodo di maggiore sviluppo, dopo avere cancellato ogni altra attività economica, è diventato insostenibile. […] Si potrebbe smettere di incentivare il turismo con fondi pubblici, soprattutto in aree già affollate. Il potenziamento dell’attrattiva turistica dei luoghi e dei territori è uno degli assi della politica di coesione economica, sociale e territoriale europea che mira a ridurre ogni possibile divario fra le diverse regioni e a promuovere uno sviluppo equilibrato». [La Voce del Popolo, 27/07/2023]
La parola d’ordine, insomma, è “turismo sostenibile”.
Lorenzo Salimbeni