Le cerimonie ufficiali del 77º anniversario della strage di Vergarolla si sono svolte a Pola a cura dell’Associazione Italiani di Pola e dell’Istria – Libero Comune di Pola in Esilio e dell’amministrazione comunale cittadina, ma anche in altre località è stata ricordata la strage più sanguinosa della storia dell’Italia repubblicana.
A Trieste, capitale morale dell’Esodo giuliano-dalmata, la Federazione Grigioverde di Trieste – Istria – Fiume – Dalmazia insieme agli esuli della Famiglia Polesana ha organizzato una cerimonia presso il cippo che sul colle di San Giusto, al termine del Parco della Rimembranza, riporta i nomi delle 64 vittime identificate (su oltre 100). Molto emozionante è stato il momento in cui è stato intonato l’Inno all’Istria. Tra le varie associazioni patriottiche, combattentistiche, d’arma e di esuli erano presenti il labaro del Comitato provinciale di Trieste dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia ed il Presidente nazionale dell’Anvgd Renzo Codarin.
L’associazione Trieste Pro Patria ha poi commemorato il dott. Geppino Micheletti presso il monumento che gli è stato dedicato in Piazzale Rosmini nel capoluogo giuliano. Si tratta del chirurgo che, pur sapendo che tra i morti della carneficina di Vergarolla c’erano pure i suoi due figli di 5 e 9 anni, operò ininterrottamente per quasi 24 ore nel tentativo di salvare più vite possibile.
Insignito nel 1947 della medaglia d’argento al valor civile e della Grande medaglia d’Oro del comune di Pola, Micheletti avrebbe seguito i polesani nell’esodo collettivo che avrebbe svuotato la città dell’Arena: i suoi concittadini non volevano vivere sotto la dittatura jugoslava comunista, identificata come il mandante dell’attentato; Micheletti non intendeva rischiare di dover un giorno prestare cure mediche agli autori del massacro. Egli avrebbe quindi lavorato in Umbria, nella struttura ospedaliera di Narni: un ambiente tendenzialmente comunista in cui visse anni sofferti che lo condussero alla morte. Invece oggi il ricordo del bene che fece anche in questa località e la consapevolezza di quel che visse a Pola sono vivi, perciò pure a Narni il 18 agosto scorso ha avuto luogo una cerimonia in sua memoria [Terni in Rete – 18/08/2023]
Il Comitato Anvgd di Pescara anche quest’anno ha celebrato una Santa Messa in memoria delle vittime di Vergarolla, mentre la Professoressa Donatella Schürzel (Vicepresidente nazionale vicario dell’Anvgd) ha inviato una comunicazione al sindaco di Pola, ripresa dal quotidiano La Voce del Popolo, per ringraziarlo della sensibilità dimostrata in occasione della cerimonia svoltasi a Pola:
A nome del Comitato provinciale ANVGD di Roma e mio personale quale figlia di Romilda Grünberger, polesana, che ha sempre avuto la sua città nel cuore e negli occhi, rivolgo un pensiero commosso e rispettoso a quanti persero barbaramente e drammaticamente la vita nella strage di Vergarolla, ultima goccia che fece traboccare il vaso verso l’esodo di quasi tutta la popolazione italiana di Pola.
Ringrazio sentitamente il Sindaco di Pola per le sue importanti parole e per la condivisione che oramai da tempo, sempre più è evidente tra le nostre realtà, che hanno trovato nel corso di molti anni, grazie alla volontà e al desiderio di ritrovarsi, la corretta sensibilità e la capacità di riconoscere oggettivamente i fatti e le tragedie di una storia difficile e dolorosa. Il cammino del dialogo da lungo tempo intrapreso è quello della verità e della giustizia se non altro morale. La storia riconosciuta conduce ad esiti positivi, culturali, sociali, umani e può permettere di creare presupposti futuri.
Marco d’Agostino, Consigliere nazionale dell’Anvgd, comunica, infine, che «il 18 agosto 2023 come Presidente del Comitato di Verona dell’Anvgd, ho portato una rosa rossa e due bianche al Monumento ai Caduti di Legnago in Piazza S. Martino, con un nastro tricolore insieme ai colori della città di Pola, verde e giallo, gentilmente e sentitamente offerte dalla fioreria l’Olandesina. Un momento per onorare con un piccolo gesto la memoria di questa tragedia infame. La rosa rossa abbraccia tutte le vittime di quella tragedia, mentre le due rose bianche simbolicamente sono per Renzo e Carlo Micheletti, vittime di quella barbara strage. Le rose bianche sono quindi per tutti quei bambini che furono coinvolti, loro malgrado, rappresentando quasi un terzo del totale delle vittime.
Il tutto è avvenuto – prosegue d’Agostino nella nota diffusa – senza la presenza di forze d’arma o amministratori locali. Anche in questo caso si è voluto significare il silenzio di 77 anni da parte delle istituzioni nazionali. Un gesto da condividere con i cittadini e con il Comitato veronese che presiedo.
Ringrazio il Gruppo Alpini di Legnago, il suo Presidente Maurizio Mazzocco per la grande sensibilità sempre dimostrata alla nostra storia e alle nostre vicende, il sig. Guerrino Grigolli che ha aperto il monumento per questa occasione unica».
Rassegna a cura di Lorenzo Salimbeni