Il Comitato provinciale di Milano dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia mercoledì 18 ottobre alle ore 18:00, in diretta sulla pagina Facebook ANVGD di Milano. Per far conoscere e tramandare la storia della Venezia Giulia e in differita dal giorno successivo sul canale YouTube ANVGD Comitato di Milano, in collaborazione con la Delegazione ANVGD di Cremona, si terrà una nuova conferenza durante la quale:
FRANCESCO CARERA, nipote di uno dei rematori, ci parlerà di:
1953 DA CREMA A TRIESTE: GLI ARGONAUTI DI CREMA,
TESTIMONIANZA DI SOLIDARIETÀ E DI AMOR PATRIO
DI CINQUE GIOVANI CREMASCHI
TESTIMONIANZA DI SOLIDARIETÀ E DI AMOR PATRIO
DI CINQUE GIOVANI CREMASCHI
Partecipa Lorenzo Salimbeni, Responsabile Comunicazione ANVGD.
L’IMPRESA.
9 agosto 1953 cinque giovani Cremaschi partivano da Crema per raggiungere Trieste a bordo di un semplice canotto.
Li spingeva non il desiderio di una vacanza fluviale-marittima, ma l’intento di portare solidarietà ad una cittadinanza, quella triestina, che veniva proprio allora messa in discussione e che avrebbe vissuto in quell’anno avvenimenti drammatici.
Questi audaci “argonauti”, come vennero definiti dalla stampa dell’epoca, avevano a cuore la situazione critica della città di Trieste, di cui erano a conoscenza grazie alla stampa locale e alla radio: mossi da un forte sentimento patriottico, portarono ai Triestini un messaggio della città di Crema redatto dall’allora sindaco cav. Virgilio Pagliari.
L’impresa avvenne in modo davvero originale: a bordo di un canotto a remi e con la sola forza delle loro braccia, partirono dal fiume Serio che attraversa la nostra città: navigarono lungo il corso dell’Adda e del Po, attraversando Cremona e Mantova, e giunsero in mare aperto, facendo tappa a Venezia, Grado e finalmente a Trieste, meta del loro viaggio, dopo aver rischiato di finire nelle mani di Tito.
Qui consegnarono il messaggio di solidarietà della nostra città e testimoniarono il loro amor patrio, così vivo e sentito nell’Italia dell’epoca.
L’impresa non fu priva di pericoli e di difficoltà, il rischio di finire nelle mani di Tito fu enorme, ma, come ebbe a dire uno dei cinque coraggiosi Cremaschi al ritorno “…Il sole ci ha asciugato i polmoni e i portafogli, Trieste però ha bagnato i nostri occhi. Ci ha fatto piangere”.