Ci sono stati un grande interesse e tante domande da parte dei numerosi presenti alla conferenza con diapositive a cura del professore Elio Varutti che ha trattato de “L’esodo giuliano dalmata in Friuli Venezia Giulia e il Campo di Laterina (AR)”: l’evento si è tenuto nella sala della Biblioteca comunale di Pozzuolo del Friuli (UD) alle ore 15 del 16 novembre 2023.
Ha aperto l’incontro Daniela Orciuolo, referente del gruppo “A Mente Aperta”, di Pozzuolo del Friuli, attiva con Paola Mularo e Rossella Vorano. “Sono oltre otto anni – ha detto Daniela Orciuolo – che il progetto ‘A Mente Aperta’, nato e sostenuto dal Comune di Pozzuolo, promuove e sostiene un invecchiamento attivo della popolazione con incontri settimanali che propongono interventi di relatori che gentilmente si mettono a disposizione, come questo pomeriggio”. È intervenuta poi Francesca Scalon, assessore alla Cultura, Politiche giovanili e Servizi socio-assistenziali del Comune di Pozzuolo del Friuli per portare “il saluto dell’Amministrazione comunale e l’apprezzamento per l’iniziativa di volontariato che porta al dialogo e alla cultura”.
Bruna Zuccolin, presidente dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, ha ricordato gli scopi e la nascita dell’ANVGD nel secondo dopoguerra, quando era massiccio l’esodo di profughi italiani d’Istria, Fiume e Dalmazia. “La nostra associazione nel 1947-1948 si occupava di dare loro assistenza – ha detto Zuccolin – poi l’istituzione del Giorno del Ricordo è stato un momento di riflessione per tutta la nazione, in cui le parole foibe ed esodo istriano, fiumano e dalmata vengono ravvivate nel loro significato più profondo, ma con una fiduciosa prospettiva per il futuro di pace e dialogo”.
Il prof. Elio Varutti ha poi parlato dei 100 mila esuli che passano per il Centro di smistamento profughi di via Pradamano a Udine, chiuso nel 1960. Ha descritto il Villaggio Metallico, dove gli istriani, fiumani e dalmati di adattarono a vivere nella bidonville fino all’assegnazione delle case popolari alla fine degli anni ’50. Ha trattato dei quattro villaggi giuliani nel capoluogo friulano e, infine, del Centro raccolta profughi di Laterina, in provincia di Arezzo, che accolse dal 1946 al 1963 oltre 10 mila esuli. Erano oltre 100 i Campi profughi in Italia, aperti in vecchie caserme, collegi o in ex campi di concentramento fascisti. Sono stati mostrati documenti di collezioni familiari e altri rintracciati negli archivi comunali, parrocchiali e scolastici del Valdarno, grazie alle ricerche di Claudio Ausilio, esule di Fiume a Montevarchi e membro dell’ANVGD di Arezzo.
Varutti ha poi donato alla Biblioteca locale una copia del suo libro, del 2021, intitolato: “La patria perduta. Vita quotidiana e testimonianze sul Centro raccolta profughi Giuliano Dalmati di Laterina 1946-1963”, Aska edizioni, Firenze. Il volume è pure in formato e-book e Kindle dal 2022. Ha avuto la seconda edizione cartacea dal 2023.
Nel folto dibattito che è seguito è intervenuto tra i primi Giovanni Grubissa, nato a Pisino nel 1946. “Ero anche io ospite nel Campo profughi di Laterina – ha detto Grubissa – ma non ricordo delle baracche, perché ero un bambino, di come si viveva male me l’hanno riferito i miei familiari ed è come l’ho sentito qui dal relatore”. In effetti Grubissa Ada, Adriana e Giovanni sono segnati nell’Elenco alfabetico profughi giuliani custodito dal Comune di Laterina Pergine Valdarno. I loro fascicoli sono i numeri 731 e 832. Risultano usciti dal Campo nel 1952 e 1953 per Arezzo e Udine.
Altre domande erano riferite allo spettacolo di Simone Cristicchi “Magazzino 18”, oppure sul film “Red Land” (Rosso Istria) sulla vita della giovane studentessa istriana Norma Cossetto, stuprata e uccisa dai partigiani comunisti jugoslavi nell’ottobre 1943, all’età di 23 anni. È stato menzionato pure il martirio di don Angelo Tarticchio, parroco di Villa di Rovigno. Il 16 settembre 1943 fu arrestato dai titini. Catturato insieme ad altri trenta suoi parrocchiani, il sacerdote venne preso di notte, insultato e incarcerato, poi fu condotto nel castello dei Montecuccoli a Pisino d’Istria. Dopo averlo torturato, lo trascinarono presso Baksoti (Lindaro), dove assieme a 43 prigionieri legati con filo spinato venne ucciso con una raffica di mitragliatrice e gettato nella cava di bauxite di Lindaro. Don Angelo aveva una corona di filo spinato sul capo.
Al termine dell’incontro c’è stato il firma-copie. Daniela Orciuolo, durante un momento conviviale, ha raccontato di quando, da scolara a Trieste, aveva per compagna di classe Cristina Vassilich, ospite del Centro raccolta profughi di Padriciano (TS). Non è tutto. C’è una vicenda che sfiora la tragedia di Norma Cossetto, stuprata dai partigiani titini e gettata nella foiba di Villa Surani nel 1943. “Mentre frequentavo la classe 2^, o 3^ elementare – ha detto Daniela Orciuolo – avevo per maestra Noemi Cossetto in Bellini, vedova del tenente Mario Bellini”. La signora Orciuolo ha ricordato che la sua maestra, cugina di Norma Cossetto, riferì alle scolare il terribile avvenimento della eliminazione di Norma, destando molta impressione nella classe. Le salme di Giuseppe Cossetto, il padre di Norma Cossetto e Mario Bellini furono recuperate, il 16 novembre 1943, nella foiba di Treghellizza, a Santa Domenica di Visinada. Pare che fossero stati catturati il 4 ottobre a Castellier di Visinada dopo uno scontro con i partigiani comunisti (Elenco Insigniti 2015).
L’ultimo racconto della Orciuolo fa riferimento alla occupazione jugoslava di Trieste, nei famosi 40 giorni di terrore titino. “Tu sporco capitalista devi finire al muro! – ha spiegato Daniela Orciuolo – questa è la minaccia che si è sentito fare mio nonno Antonio Cherubini dai titini nella sua falegnameria in via della Madonnina, dopo che avevano occupato la ditta con i cavalli”.
L’evento, moto apprezzato dai presenti, ha avuto il sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e il patrocinio del Club UNESCO di Udine.
Fonti orali – Le interviste sono state condotte da Elio Varutti il 16 novembre 2023 a Pozzuolo del Friuli (UD) con taccuino, penna e macchina fotografica.
– Daniela Orciuolo, Trieste 1953, vive a Pozzuolo del Friuli, con e-mail del 19.11.2023.
– Giovanni Grubissa, Pisino 1946.
Cenni bibliografici e archivistici
– Comune di Laterina (AR), Elenco alfabetico profughi giuliani, 1949-1961, pp. 1-78, ms.
– Elenco insigniti, o premiati (per il Giorno del Ricordo), 2015, PDF.
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Progetto di Elio Varutti, coordinatore del Gruppo di lavoro storico-scientifico dell’ANVGD di Udine. Networking a cura Sebastiano Pio Zucchiatti e E. Varutti. Lettori: Sergio Satti, Bruna Zuccolin (ANVGD Udine), Daniela Orciuolo, Claudio Ausilio (ANVGD Arezzo), Marco Birin e il professor Enrico Modotti. Grazie a Alessandra Casgnola, Web designer e componente del Consiglio Esecutivo dell’ANVGD di Udine. Adesioni al progetto: ANVGD di Arezzo e Centro studi, ricerca e documentazione sull’esodo giuliano dalmata, Udine.
Fotografie di E. Varutti, Bruna Zuccolin e dall’archivio dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD), Comitato Provinciale di Udine, che ha la sua sede in Via Aquileia, 29 – primo piano, c/o ACLI. 33100 Udine. – orario: da lunedì a venerdì ore 9,30-12,30. Presidente dell’ANVGD di Udine è Bruna Zuccolin. Vicepresidente: Bruno Bonetti. Segretaria: Barbara Rossi. Sito web: https://anvgdud.it/
Fonte: ANVGD Udine – 20/11/2023